Adularia | |
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Classificazione Strunz | 9.FA.30 |
Formula chimica | K AlSi3 O8 |
Proprietà cristallografiche | |
Sistema cristallino | monoclino |
Proprietà fisiche | |
Densità | 2,55 - 2,83 g/cm³ |
Durezza (Mohs) | 6 |
Frattura | superfici piatte e irregolari in pattern irregolari |
Colore | incolore, verdolino, giallastro, bianco, rosa |
Lucentezza | vitrea |
Opacità | da trasparente a translucida |
Striscio | bianco |
Diffusione | raro |
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale |
L'adularia è un minerale della sottoclasse dei tettosilicati appartenente al gruppo dei feldspati, varietà ortoclasio e costituita da cristalli romboidali di colore verdolino a causa delle inclusioni di clorite. Si tratta di un silicato di potassio che può cristallizzare in altri due tipi di minerali a seconda delle condizioni di pressione e temperatura: il microclino ed il sanidino. Deriva il suo nome dal massiccio dell'Adula, sulle Alpi Lepontine, dove venne scoperta dal naturalista lombardo Ermenegildo Pini nel 1780.[1] È una varietà di ortoclasio, detto anche ortose, nome ancora oggi utilizzato e che deriva dal greco orthòs=dritto, a causa della propria sfaldabilità lungo le direzioni del prisma.
Molte volte viene venduta come adularia (o Pietra di Luna), la labradorite bianca che è rassomigliante, ma non è lo stesso minerale. Un metodo per riconoscerla è anche il prezzo, la vera adularia si prezza al carato, essendo molto costosa, mentre la labradorite bianca essendo meno pregiata costa molto poco.