Faiditi

I Cavalieri Faiditi (o semplicemente i Faiditi o Faydit), erano cavalieri occitani che, avendo combattuto conto i crociati della Crociata albigese, persero i loro feudi e possedimenti.

Il rifiuto di unirsi alle truppe crociate assoggettandosi al loro capo Simone di Montfort o, ancor peggio, l'ammissione di essere seguaci dell'eresia càtara, comportava nella maggior parte dei casi la perdita dei propri possedimenti. Il conte Raimondo VI di Tolosa ebbe con sé nella battaglia di Muret una gran quantità di Faiditi.

La sconfitta del figlio primogenito di Simone IV di Montfort Amaury VII di Montfort[1]nel 1224 rese possibile ad alcuni Faiditi di rientrare nel possesso dei beni perduti, che però persero nuovamente dopo breve tempo (1226), in occasione della crociata condotta dal re di Francia Luigi VIII.

I nuovi rapporti di forza furono definitivamente regolati con il Trattato di Meax-Parigi ed i feudi espropriati furono assegnati a nuovi vassalli fedeli alla corona di Francia.

Un gran numero di nobili della Linguadoca trovò accoglienza nel loro esilio presso la corte di Giacomo I, re d'Aragona, che era sovrano di molti feudi della Linguadoca.

Principalmente furono i Faiditi fuoriusciti dal Rossiglione che combatterono contro lo stabilirsi della signoria francese in Occitania e contro l'insorgente Inquisizione. La guerriglia trovò il suo apice con la fallita insurrezione di Raimond II di Trencavel nel 1240.

In seguito un sempre maggior numero di Faiditi si sottomisero alla corona di Francia ponendosi al suo servizio, fra i quali Oliviero di Termes, che nel 1255 assediò la fortezza càtara di Quéribus e mise in prigione il suo ex compagno di battaglia Chabert di Barbaira.

  1. ^ Amaury prese il posto di comando del padre quando, il 25 giugno 1218 durante l'assedio di Montgrenier, Simone, nel tentativo di soccorrere suo fratello Guy, morì colpito dal proietto di una catapulta.

Faiditi

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