La nanobiotecnologia è una branca della nanotecnologia e della biotecnologia, con applicazioni o usi biologici e biochimici, che spesso studia elementi esistenti in natura al fine di fabbricare nuovi dispositivi.[1][2]
Il termine bionanotecnologia viene spesso usato in modo intercambiabile con quello di nanobiotecnologia, sebbene talvolta viene fatta una distinzione fra i due. Se i due termini risultano distinti, la nanobiotecnologia di solito si riferisce all'uso della nanotecnologia per ulteriori obiettivi della biotecnologia, mentre la bionanotecnologia può riferirsi a ogni sovrapposizione tra biologia e nanotecnologia, che include l'uso di biomolecole come parte di o come un'ispirazione per dispositivi nanotecnologici.[3]
La nanobiotecnologia è uno di quei rami che si occupa dello studio e dell'applicazione di attività biologiche e biochimiche di elementi della natura per fabbricare nuovi dispositivi come i biosensori.
La nanobiotecnologia è spesso usata per descrivere la sovrapposizione di attività multidisciplinari associate ai biosensori – particolarmente dove convergono fotonica, chimica, biologia, biofisica, nanomedicina e bioingegneria. La misurazione in biologia che utilizza, ad esempio, le tecniche di guida d'onda come l'interferometria a doppia polarizzazione sono un altro esempio.