Stipa-Caproni | |
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Descrizione | |
Tipo | Velivolo sperimentale per l'"elica intubata" |
Equipaggio | 1-2 |
Progettista | Ing. Luigi Stipa |
Costruttore | ![]() |
Data primo volo | 7 ottobre 1932 |
Esemplari | 1 |
Dimensioni e pesi | |
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Lunghezza | 6,04 m |
Apertura alare | 14,30 m |
Altezza | 3,24 m |
Superficie alare | 19 m2 |
Carico alare | 70 kg/m2 |
Superficie rotore | 19,00 m² |
Peso a vuoto | 595 kg |
Peso max al decollo | 850 kg |
Propulsione | |
Motore | un De Havilland Gipsy III |
Potenza | 120 CV (89,5 kW) |
Prestazioni | |
Velocità max | 133 km/h |
Corsa di decollo | 180 m |
Atterraggio | 180 m |
Autonomia | 40 min |
Tangenza | 3700 m (12 139 ft) |
i dati sono estratti da Уголок неба[1] e dall'Annuario dell'Aeronautica 1934[2] | |
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Lo Stipa-Caproni o Caproni-Stipa fu un velivolo sperimentale italiano degli anni trenta, che può essere considerato un precursore dei successivi aviogetti.
Caratterizzato da una sorta di fusoliera-carlinga-tunnel che racchiudeva un motore ed elica per aumentare l'efficienza del sistema propulsivo, dando all'aereo il nome caratteristico di ala a turbina poi chiamato elica intubata. Scherzosamente venne etichettato come "aereo botte", o "aereo barile".
Venne ideato dall'ingegnere Luigi Stipa, e fu realizzato come prototipo presso la Caproni di Milano Taliedo; effettuò pochi voli di collaudo prima di essere demolito nel 1933.
Esso è stato una tappa importante nell'evoluzione della propulsione a getto in aeronautica; ne può essere, infatti, considerato il precursore.[3][4]