Vissuto tutta la sua vita a Firenze e impegnato sin dalla fine degli anni 1530 alla corte di Cosimo I de' Medici, fu tra i più raffinati e mirabili pittori del primo manierismo, noto soprattutto per essere stato uno dei più abili e incisivi ritrattisti della Firenze del tardo Rinascimento.[1]
Oltre ai tanti ritratti, tra le sue opere vi sono molti soggetti religiosi e alcuni soggetti allegorici, tra cui spicca in particolare quella che probabilmente è la sua opera più conosciuta, Allegoria del trionfo di Venere (c. 1544–45), ora alla National Gallery di Londra.
Allievo del Pontormo, da cui attinse l'essenza tecnica del proprio stile, fu egli stesso maestro del pittore Alessandro Allori.[2]
^"Chi è Angelo Bronzino? Il suo vero nome è Angelo di Cosimo di Mariano, nasce in un sobborgo di Firenze nel 1503 e muore nel 1572. Già a quindici anni è nell'atelier di Jacopo Carucci detto il Pontormo ma aveva avuto in precedenza un praticantato con Raffaellino del Garbo. [...] In seguito il Bronzino è diventato uno dei pittori più aulici e più ricercati dell'ambiente fiorentino. [...] I ritratti fatti dal Bronzino sono degli autentici capolavori e il piglio aristocratico degli effigiati è sottolineato da una tecnica impeccabile (le carnagioni dei personaggi sono come d'avorio) e da un idealismo plastico freddo, gelido, senza ombra di commozione o di intenerimento. Nessuno meglio del Bronzino ha rappresentato quella classe aristocratica [...] Bronzino è stato anche un pittore sacro, [...] ed è stato anche un eccellente pittore ad affresco, il cui capolavoro, in Palazzo Vecchio, è la Cappella detta "di Eleonora da Toledo". Anche questi affreschi sono di un'impeccabile elaborazione compositiva e formale ed eseguiti in modo incredibilmente perfetto. Il Bronzino ha anche eseguito molti quadri di privata devozione, soprattutto Sacre famiglie, Madonne col Bambino [...]", da, Federico Zeri, Un velo di silenzio, Milano, Rizzoli, 1999. ISBN 8817863521.