Ahmad ibn Yahya | |
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Re e Imam dello Yemen | |
In carica | 17 febbraio 1948 – 19 settembre 1962 |
Predecessore | Yahya Muhammad Hamid ed-Din |
Successore | Muhammad al-Badr |
Nome completo | al-Nasir-li-Dinullah Ahmad bin al-Mutawakkil 'Alallah Yahya |
Altri titoli | Comandante dei Credenti |
Nascita | Alohnom, 18 giugno 1891 |
Morte | Ta'izz, 19 settembre 1962 (71 anni) |
Casa reale | Rassidi |
Padre | Yahya Muhammad Hamid ed-Din |
Coniugi | Sayyida Safia bint Muhammad Al-Ezzi Wahabia bint Muhammad Raghib Mutia bint Muhammad Bashir Sayyida Amat Al-Karim bint Ahmad Layla Mufta (1948 - ?) Asma bint Ahmad (giugno 1960 - ?) |
Figli | Principe Yahya Re Muhammad al-Badr Principe Abdullah Principe Al-Abbas Principessa 'Amatu'llah Principessa Khadija |
Religione | Zaydismo |
Ahmad ibn Yahya (Alohnom, 18 giugno 1891 – Ta'izz, 19 settembre 1962) fu imam e re dello Yemen dal 1948 al 1962.[1]
Regnante spietato, arbitrario e incoerente fu oggetto di un tentativo di colpo di Stato e diversi tentativi di assassinio che portarono alla caduta del regno poco dopo la sua morte. I suoi nemici erano principalmente gli ambiziosi membri delle famiglie pan-arabiste e repubblicane che lo soprannominarono "Ahmad il diavolo".[2] Rimase però sorprendentemente popolare tra i suoi sudditi, in particolare quelli delle tribù del nord, che lo chiamavano "grande turbante".[3] Per la sua notevole capacità di sfuggire a numerosi tentativi di assassinio, era conosciuto come al-Djinn.[4] Come suo padre, Ahmad fu profondamente conservatore, ma comunque si alleò con l'Unione Sovietica, la Cina comunista e l'Egitto, i quali fornirono aiuti economici e militari al regno. Queste alleanze furono in gran parte determinate dal suo desiderio di espellere gli inglesi dal sud dello Yemen e rendere il protettorato di Aden parte del Grande Yemen. Alla fine si rivoltò contro l'Egitto, che dopo la sua morte sostenne un golpe repubblicano contro il suo figlio e successore.