L'allocuzione è il riferimento linguistico del parlante al suo interlocutore; tutte le forme (parole o sintagmi nominali) impiegate dal parlante per denotare l'interlocutore sono chiamate allocutivi; il parlante viene definito come allocutore, mentre l'interlocutore è l'allocutario.
Non rientrano nella definizione di allocutivo le forme generiche usate per attirare l'attenzione o per stabilire un canale di comunicazione (funzione fatica), ma solo i termini che denotano l'allocutario; per esempio: pronomi personali, titoli, termini di parentela, termini di stima o affetto, insulti.
Nei fenomeni di allocuzione rientra l'espressione della "cortesia": gli allocutivi, infatti, si dividono in allocutivi naturali (adatti ai rapporti paritari) e allocutivi di cortesia (detti "formule di cortesia" o "pronomi di cortesia"). Questi ultimi sono scelti nei rapporti gerarchici e, in generale, nelle interazioni con persone verso le quali il parlante intende mostrare il proprio rispetto.
Parte dell'atto di allocuzione è l'uso di appellativi come signora, avvocato, dottoressa, professore; sono di particolare importanza in lingue che non conoscono la distinzione tra il tu ed il lei. Nell'esempio in inglese che segue, l'uso del lei è sostituito da quello dell'appellativo sir:
Nella lingua italiana, hanno grande rilievo il tu ed il lei, con il loro rapporto di opposizione (rispettivamente confidenziale e formale):