Anassimandro (in greco antico: Ἀναξίμανδρος?, Anaxímandros; Mileto, 610 a.C. circa – 546 a.C. circa) è stato un filosofo e astronomo greco antico presocratico e il primo cartografo della storia.
Anassimandro fece parte della scuola di Mileto dove apprese gli insegnamenti del suo maestro Talete a cui successe divenendo il secondo maestro di quell'istituto che annoverò anche Anassimene e, probabilmente, ebbe Pitagora tra i suoi allievi.[1]
Si conosce poco della sua vita e del suo lavoro; secondo i documenti storici disponibili, fu il primo filosofo noto ad aver trascritto i suoi studi,[2] sebbene rimanga solo un frammento della sua opera. Testimonianze frammentarie trovate in documenti postumi hanno permesso di ricostruire un ritratto dell'uomo.
Anassimandro fu uno dei primi sostenitori della scienza e cercò di osservare e spiegare diversi aspetti dell'universo, con un particolare interesse per le sue origini, sostenendo che la natura sia governata da leggi, proprio come le società umane, e tutto ciò che disturba l'equilibrio non può continuare a lungo.[3] Come molti pensatori del suo tempo, la filosofia di Anassimandro includeva contributi a molte discipline. In astronomia, tentò di descrivere la meccanica dei corpi celesti in relazione alla Terra. In fisica, la sua postulazione che l'indefinito (o Ápeiron) fosse la fonte di tutte le cose spinse la filosofia greca a un nuovo livello di astrazione concettuale. La sua conoscenza della geometria gli permise di introdurre lo gnomone in Grecia. Realizzò una mappa del mondo grazie alla quale contribuì notevolmente al progresso della geografia. Fu anche coinvolto nella politica di Mileto e fu inviato come esponente in una delle sue colonie.