Antocerote | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Viridiplantae |
Clade | Embryophyta |
Superdivisione | Atracheofite |
Divisione | Anthocerotophyta |
Classe | Anthocerotopsida |
Ordini e Famiglie | |
Le antocerote sono piante non vascolari (atracheofite) (apparse nel Devoniano) appartenenti alla classe Anthocerotopsida, che comprende specie molto simili alle epatiche tallose, da cui differiscono per la totale assenza degli oleocorpi e dalla modalità delle prime divisioni dello zigote. Attualmente si conoscono circa 100 specie di antocerote.
Lo sporofito vive alcuni mesi e presenta un meristema intercalare basale. Mostra una simmetria bilaterale, epidermide fortemente cutinizzata e la deiscenza avviene attraverso due aperture longitudinali (non 4 come nelle epatiche), spore ed elateri sono prodotti in tempi non sincroni[1].
A livello citologico vi è la presenza - a parte qualche eccezione - nelle singole cellule di un solo cloroplasto e i pirenoidi sembrano poter essere paragonati a quelli di alcune Chlorophyta. Le cellule inoltre non sembrano essere in grado di produrre antociani e collenchima e dunque le piante risultano strettamente legate a ambienti mesofili. Una loro caratteristica è quella di produrre sostanze mucillaginose con funzione protettiva[1].
Nella parte inferiore del tallo sono presenti stomi con due cellule di guardia reniformi. Anteridi e archegoni sono infossati nella parte superiore del tallo. Nella maggior parte delle specie il gametofito è omotallico, cioè presenta sia anteridi che archegoni.
La fecondazione avviene con gli spermi, biflagellati, natanti in un velo d'acqua attratti chemiotatticamente dall'oosfera immobile (oogamia)[2].