L'architettura della Repubblica Democratica Tedesca comprende la costruzione, l'architettura e l'urbanistica sviluppate durante l'epoca della Repubblica Democratica Tedesca, spesso semplicemente abbreviata come DDR, esistita dal 1949 al 1990.
Il fervore architettonico nel settore sovietico della Germania post-nazista è stato caratterizzato da ideali e tendenze alla modernità, non ricevendo però spesso l'adeguato sostegno politico. Prevalse invece, fino al 1955 il classicismo socialista, spesso indicato in Germania come Zuckerbäckerstil ("stile torta nuziale"), che caratterizzava la contemporanea architettura sovietica sviluppatasi durante il governo di Stalin. L'architettura nelle città rispecchiava i principi della città socialista, con ampi viali ed una piazza d'armi centrale. Nel 1953 Nikita Chruščёv inaugurò una stagione di maggiore austerità nel settore delle costruzioni, decretando di fatto la fine del classicismo socialista ed aprendo le porte all'industrializzazione della costruzione, dando inizio alla costruzione di grandi blocchi abitativi, fino alla costruzione dei tipici Plattenbau, realizzati con elementi prefabbricati.
All'interno della DDR, la scelta di privilegiare lo sviluppo di Berlino Est - la capitale - rispetto ad altre città e distretti creò talvolta svantaggi e disagi nel reperimento di materiali da costruzione, nonché difficoltà nella pianificazione e nella gestione delle risorse umane. Vi furono però anche città di nuova fondazione, come Eisenhüttenstadt, mentre altre hanno subito un'importante urbanizzazione: è il caso, ad esempio di Schwedt, la cui popolazione è aumentata di dieci volte tra il 1945 ed il 1990.
Tra le più rappresentative realizzazioni dell'architettura della Repubblica Democratica Tedesca si possono annoverare in Berlino la Stalinallee (dal 1961 Karl-Marx-Allee) ed il rinnovamento di Alexanderplatz, inclusa la Torre della Televisione; da ricordare anche la JenTower, o Torre dell'Università di Jena.