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Augusto Pinochet

Augusto Pinochet Ugarte
Ritratto ufficiale di Pinochet intorno al 1974

29º Presidente del Cile
Durata mandato17 dicembre 1974 –
11 marzo 1990
Predecessorese stesso
(come capo supremo della nazione)
SuccessorePatricio Aylwin

Capo supremo della nazione del Cile
Durata mandato27 giugno 1974 –
17 dicembre 1974
Predecessorese stesso
(come Presidente della Giunta militare)
Successorese stesso
(come Presidente)

Presidente della Giunta militare del Cile
Durata mandato11 settembre 1973 –
11 marzo 1981
PredecessoreSalvador Allende
(come Presidente del Cile)
SuccessoreJosé Toribio Merino

Comandante in capo dell'Ejército de Chile
Durata mandato23 agosto 1973 –
11 marzo 1998
PredecessoreCarlos Prats
SuccessoreRicardo Izurieta

Senatore a vita del Cile
Durata mandato11 marzo 1998 –
10 dicembre 2006

Dati generali
Partito politicoIndipendente
Titolo di studioAccademia militare
UniversitàScuola militare di Santiago del Cile
ProfessioneMilitare
FirmaFirma di Augusto Pinochet Ugarte
Augusto Pinochet Ugarte
Pinochet nel 1971
Soprannomedon Augusto,[1] Pinocho,[2] mi General,[3] el Tata ("il Nonno"), Daniel López,[4] il macellaio di Santiago[5][6]
NascitaValparaíso, 25 novembre 1915
MorteSantiago del Cile, 10 dicembre 2006
Cause della mortemorte naturale
Luogo di sepolturaLos Boldos, Valparaíso
Dati militari
Paese servitoCile (bandiera) Cile
Forza armata Esercito cileno
ArmaFanteria
UnitàReggimento "Chacabuco"
Reggimento "Maipo"
Reggimento "Carampangue"
Reggimento "Rancagua"
1ª Divisione
Anni di servizio1931 - 1998
GradoCapitano generale
GuerreResistenza armata in Cile
BattaglieTanquetazo
Colpo di Stato in Cile del 1973
Comandante diEsercito cileno
(Comandante in capo 1973-1998)
2ª Divisione
6ª Divisione
Reggimento "Esmeralda"
Guarnigione di Santiago del Cile
DecorazioniGran Maestro dell'Ordine di Bernardo O' Higgins
Studi militariScuola militare di fanteria di Santiago del Cile
Altre carichePolitico
voci di militari presenti su Wikipedia

Augusto José Ramón Pinochet Ugarte (IPA: [auˈɣusto pinoˈ(t)ʃe] o [-ˈ(t)ʃet].[7]; Valparaíso, 25 novembre 1915Santiago del Cile, 10 dicembre 2006) è stato un generale e politico cileno, che, a seguito del colpo di Stato in Cile del 1973, governò il suo paese dall'11 settembre 1973 all'11 marzo 1990, instaurando un regime autoritario e dittatoriale,[8] rendendosi responsabile di crimini contro l'umanità. Dal 1990 al 1998 rimase comandante in capo dell'Ejército de Chile, fino al suo arresto a Londra. Estradato e revocatagli l'immunità parlamentare, fu posto agli arresti domiciliari, in attesa di un processo mai giunto a termine per varie lungaggini dovute al suo stato di salute e poi per il suo sopravvenuto decesso.

Con un colpo di Stato militare si autoproclamò presidente e instaurò una dittatura militare, durante la quale fu applicata una feroce repressione dell'opposizione, giudicata da alcuni un vero sterminio di massa[9], con l'uccisione di un numero di oppositori compreso tra le 1 200 e 3 200 persone, tra 80 000 e 600 000 internati, esiliati o arrestati in maniera arbitraria e tra 30 000 e 130 000 torturati e/o vittime di violenza.[10][11][12][13] Peraltro il Rapporto Rettig e altre commissioni, istituite dopo la dittatura, contarono ufficialmente 3 508 morti (2 298 assassinati o giustiziati e 1 210 sparizioni forzate)[14] oltre a 28 259 vittime di tortura e prigionieri politici[15][16], nei circa 17 anni di potere di Pinochet, ma in particolare durante il primo decennio,[17][18][19][20] in cui fu leader della Giunta militare cilena.[21] Taluni autori hanno aumentato il numero delle vittime a 17 000 (15 000 morti e 2 000 scomparsi), mentre un computo del 2011 quantifica in 3 065 i "morti o forzatamente scomparsi" e in 40 018 le vittime anche "solo" di violazioni di diritti umani da parte del regime,[22] ma la questione è ancora aperta.[23][24]

Considerato simpatizzante o facente parte dei regimi fascisti da molti studiosi,[25] a parere di altri l'esercizio del potere da parte di Pinochet fu distante da tale orientamento, poiché era privo delle strutture corporative e sociali tipiche di quei regimi.[26] Si può affermare che il reale orientamento politico del generale, al di là del suo orientamento accanitamente anticomunista, sia tuttora oggetto di discussione; indubbia è l'ammirazione che Pinochet nutriva nei confronti del generale Francisco Franco, dittatore spagnolo, di orientamento fascista e anticomunista.[27]

Generale dell'esercito, di orientamento fortemente conservatore,[28] Pinochet arrivò al potere a seguito del golpe del 1973, inizialmente sollecitato da parte del Parlamento: il colpo di Stato militare - appoggiato dagli Stati Uniti d'America, nelle persone di Richard Nixon ed Henry Kissinger, in funzione anticomunista e da esponenti di ceti elevati cileni - rovesciò il legittimo governo, coinvolto in una grave crisi economica e in un'impennata dell'inflazione,[29][30] del Presidente socialista Salvador Allende, il quale si suicidò durante il golpe.[31] Egli fu alla guida di un governo militarista e reazionario, applicando una politica economica fortemente liberista, con l'assistenza di un gruppo di giovani economisti, guidati da José Piñera, detti "Chicago Boys", poiché formati a Chicago da Milton Friedman.[28] Secondo Friedman questa politica generò un'enorme crescita economica che egli stesso battezzò il "miracolo del Cile", mentre secondo altre ricostruzioni la crescita fu dovuta a un cambio di rotta di Pinochet, il quale in seguito a un crollo finanziario decise di allontanare quasi tutti i Chicago Boys dal governo e nazionalizzare numerose aziende cilene.[32]

Spinto dalle pressioni estere ad una consultazione elettorale regolare, il referendum nel 1988 mise fine alla dittatura, con il 56% dei votanti che si espresse contro Pinochet, e lo costrinse ad avviare una fase di transizione, reintroducendo la democrazia con libere elezioni del 1989. Lasciò ufficialmente il potere solo l'11 marzo 1990, rimanendo però capo delle forze armate fino al 10 marzo 1998.[33][34] Divenne poi senatore a vita, godendo dell'immunità parlamentare fino al 2002.[35] Arrestato nel Regno Unito su mandato del governo spagnolo per la sparizione di cittadini iberici e accusato di crimini contro l'umanità, di corruzione ed evasione fiscale,[33] non fu però mai condannato, per motivi di salute: rientrò in Cile, dove riuscì a evitare i processi e dove morì nel 2006. Il suo governo coincise con l'inizio della maggior parte delle sanguinose dittature militari in America meridionale, come quella della confinante Argentina, con cui Pinochet rischiò anche una guerra per contrasti di confine.[36]

  1. ^ (video: 81º compleaño de don Augusto Pinochet).
  2. ^ Carolyn McCarthy - Cile e Isola di Pasqua, google books.
  3. ^ Capturing Contested Memories: The Day Pinochet Died (PDF)., Kristin Sorensen, Bentley University
  4. ^ (ES) Pinochet, con nombres de "chapa", abrió cuentas en el Riggs en 1985, su Radio Cooperativa, 20 novembre 2004. URL consultato il 20 agosto 2014.
  5. ^ Muerto el perro, no se acabó la rabia - La Insignia.
  6. ^ Respuesta a los defensores de Pinochet, su www1.wsws.org. URL consultato il 13 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2016).
  7. ^ Daniel Engber, Augusto Pino-qué?, su slate.com, Salonc.com, 12 dicembre 2006. URL consultato il 21 ottobre 2017.
  8. ^ L'altro 11 settembre: il golpe in Cile. Oggi il mondo rende omaggio ad Allende, su La Nazione, 11 settembre 2021. URL consultato il 31 luglio 2024 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2021).
  9. ^ Pinochet arrestato per genocidio.
  10. ^ (ES) Truth Commission: Chile 90, 1º maggio 1990.
  11. ^ 2004 Commission on Torture (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2006).
  12. ^ Chile to sue over false reports of Pinochet-era missing, su latinamericanstudies.org, Latin American Studies, 30 dicembre 2008. URL consultato il 10 marzo 2010.
  13. ^ Cile di Pinochet - Amnesty International (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2014).
  14. ^ Comisión Nacional de Verdad y Reconciliación, Informe - Tomo 2 (ZIP), su indh.cl, 5 gennaio 2012. URL consultato il 7 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  15. ^ Comisión Nacional sobre Prisión Política y Tortura, Nómina de personas reconocidas como víctimas (PDF), su indh.cl, 5 gennaio 2012.
  16. ^ Instituto Nacional de Derechos Humanos, Informe de la Comisión Presidencial Asesora para la Calificación de Detenidos Desaparecidos, Ejecutados Políticos y Víctimas de Prisión Política y Tortura (PDF), su indh.cl, 5 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  17. ^ BBC News: Chile recognises 9,800 more victims of Pinochet's rule.
  18. ^ 11 settembre 1973, il colpo di Stato in Cile.
  19. ^ Pinochet for beginners.
  20. ^ Victims of Pinochet government reburied in Chile after 40 years.
  21. ^ (EN) Monte Reel e J. Y. Smith, A Chilean Dictator's Dark Legacy, 11 dicembre 2006. URL consultato il 20 novembre 2021.
  22. ^ (EN) Chile ups Pinochet victim numbers, in BBC News, 18 agosto 2011. URL consultato il 18 giugno 2020.
  23. ^ Mark Ensalaco, Chile Under Pinochet: Recovering the Truth, 2010, p. 46.
  24. ^ Chile reconoce a más de 40.000 víctimas de la dictadura de Pinochet.
  25. ^ Per esempio, Samuel Chavkin, nel libro Storm Over Chile: The Junta Under Siege, definisce Pinochet e la giunta come fascisti. vedi Samuel Chavkin, Storm Over Chile: The Junta Under Siege. Laurence Hill Books. ISBN 978-1-55652-067-9.
  26. ^ R. Griffin, 2003, pp. 36-37" The Nature of Fascism, London, Routledge, 2003, pp. 36–37, R. O. Paxton, The Anatomy of Fascism, London, Allen Lane 2004, p. 201, A. Cento Bull, 'Neo-Fascism', R. J. B. Bosworth, The Oxford Handbook of Fascism, Oxford University Press, 2009, p. 604, Walter Laqueur, Fascism: Past, Present, Future, Oxford University Press. 1997, p. 115.
  27. ^ (EN) Sophia A. McClennen, The Dialectics of Exile: Nation, Time, Language, and Space in Hispanic Literatures, Purdue University Press, 2004, p. 79.
  28. ^ a b (EN) Felipe González, Mounu Prem e Francisco Urzúa I, The Privatization Origins of Political Corporations: Evidence from the Pinochet Regime, in The Journal of Economic History, vol. 80, n. 2, 2020-06, pp. 417–456, DOI:10.1017/S0022050719000780, ISSN 0022-0507 (WC · ACNP). URL consultato il 20 novembre 2021.
  29. ^ Christopher Hitchens, The trial of Henry Kissinger, Verso, 2001, ISBN 978-1-85984-631-5. URL consultato il 20 novembre 2021.
  30. ^ Jack Devine, What Really Happened in Chile: The CIA, the Coup Against Allende, and the Rise of Pinochet, in Foreign Affairs, vol. 93, n. 4, 2014, pp. 26–35. URL consultato il 20 novembre 2021.
  31. ^ (EN) Associated Press, Chilean president Salvador Allende committed suicide, autopsy confirms, su the Guardian, 20 luglio 2011. URL consultato il 20 novembre 2021.
  32. ^ Naomi Klein, Shock Economy, Milano, Rizzoli, 2007 [2007], p. 100, ISBN 978-88-17-01718-3.
  33. ^ a b (EN) Paul R. Bartrop e Samuel Totten, Dictionary of Genocide [2 volumes], ABC-CLIO, 30 novembre 2007, ISBN 978-0-313-34641-5. URL consultato il 20 novembre 2021.
  34. ^ BBC News | AMERICAS | Pinochet arrives in Chile, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 20 novembre 2021.
  35. ^ (EN) Twitter, Pinochet Competent, Must Stand Trial, Judge Rules, su Los Angeles Times, 14 dicembre 2004. URL consultato il 20 novembre 2021.
  36. ^ (EN) Get to Know the Memes of the Alt-Right and Never Miss a Dog-Whistle Again, su vice.com. URL consultato il 20 novembre 2021.

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