Australopithecus sediba | |
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Stato di conservazione | |
Fossile | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Superordine | Euarchontoglires |
(clade) | Euarchonta |
Ordine | Primates |
Famiglia | Hominidae |
Tribù | Hominini |
Sottotribù | Hominina |
Genere | Australopithecus |
Specie | A. sediba |
Nomenclatura binomiale | |
Australopithecus sediba Berger et al., 2010 |
L'Australopithecus sediba è una specie del genere Australopithecus.
La specie è stata codificata a seguito del ritrovamento di due scheletri parziali appartenenti a un giovane maschio di 12-13 anni, repertato come MH1, e a una femmina adulta, MH2, risalenti a 1,78-1,95 milioni di anni fa,[1] scoperti in depositi sedimentatisi ad opera di acque correnti entro una grotta nel sito di Malapa in Sudafrica, a una quindicina di chilometri dal più noto sito fossilifero paleoantropologico di Sterkfontein. Il primo scheletro ha il cranio discretamente conservato, con una capacità di 420 - 450 centimetri cubi. La statura di entrambi è stata stimata a circa 1,27 metri, con una probabile ulteriore crescita per il giovane, mentre il peso è stato stimato a circa 27 kg per il maschio e 33 kg per la femmina.
Australopithecus sediba, presentato il 9 aprile 2010, era stato candidato dai suoi scopritori (Lee R. Berger e collaboratori) come specie di transizione tra l'Australopithecus africanus e l'Homo habilis, ipotesi però scartata da successivi e più approfonditi studi condotti da due paleoantropologi dell'Università di Chicago.[2]