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Bangladesh

Disambiguazione – "Bangla Desh" rimanda qui. Se stai cercando il singolo di George Harrison, vedi Bangla Desh (singolo).
Disambiguazione – Se stai cercando il produttore musicale statunitense, vedi Bangladesh (produttore).
Bangladesh
(BN) জাতীয়তাবাদ, ধর্মনিরপেক্ষতা, সমাজতন্ত্র এবং গণতন্ত্র
(Jatiatabad, dharmanirpeakshta, samajtantra abong ganatantra)
(IT) Nazionalismo, Laicità, Socialismo e Democrazia
Bangladesh - Localizzazione
Bangladesh - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoRepubblica Popolare del Bangladesh
Nome ufficiale(BN) গণপ্রজাতন্ত্রী বাংলাদেশ
Gônoprojatontrī Bangladesh
Lingue ufficialibengali[1]
Altre lingueinglese
CapitaleDacca
Politica
Forma di governoRepubblica parlamentare
PresidenteMohammed Shahabuddin
Primo ministroMuhammad Yunus
(ad interim)
IndipendenzaDal Pakistan, il 26 marzo 1971
Ingresso nell'ONU17 settembre 1974
Superficie
Totale147 570 km² (91º)
% delle acque8%
Popolazione
Totale173 591 309[2] ab. (20-08-2023) ()
Densità1 265 ab./km²
Tasso di crescita1,01% (2020)
Nome degli abitantiBengalesi, bangladesi, bangladini, bengalini[3][4]
Geografia
ContinenteAsia
ConfiniIndia, Myanmar
Fuso orarioUTC+6
Economia
Valutataka bengalese
PIL (nominale)446 349 milioni di $ (2023) (46º)
PIL pro capite (nominale)2 621 $ (2022)
PIL (PPA)1 476 870 milioni di $ (2023) (34º)
PIL pro capite (PPA)8 863 $ (2023)
ISU (2023)0,661 (medio) (129º)
Consumo energetico0,01 kWh/ab. anno
Varie
Codici ISO 3166BD, BGD, 050
TLD.bd e .বাংলা
Prefisso tel.+880
Sigla autom.BD
Lato di guidaSinistra (↑↓)
Inno nazionaleĀmāra sōnāra Bāṁlā
Festa nazionale16 dicembre
Bangladesh - Mappa
Bangladesh - Mappa
Evoluzione storica
Stato precedente Governo provvisorio del Bangladesh
 

Il Bangladesh (pronuncia italiana /banɡlaˈdɛʃ/ o /ˈbanɡladɛʃ/[5]; in bengalese বাংলাদেশ, pronuncia [ˈbaŋlaˌdeʃ]), ufficialmente Repubblica Popolare del Bangladesh (গণপ্রজাতন্ত্রী বাংলাদেশ), è uno Stato dell'Asia. Confina su tutti i lati con l'India con l'eccezione di un piccolo tratto, nell'estremo sud-est, in cui confina con il Myanmar; a sud è bagnato dal golfo del Bengala.

Assieme con lo Stato indiano del Bengala Occidentale costituisce la regione etnico-linguistica dei bengalesi o del Bengala. Il nome Bangladesh significa in bengalese Paese del Bengala. Il Paese si estende su 147570 km² (compresi 10090 km² di acque) e conta una popolazione di circa 173 milioni di abitanti, ottavo al mondo, e uno dei più densamente popolati; la capitale è Dacca.

I confini dell'odierno Bangladesh sono stati stabiliti con la divisione del Bengala nel 1947, quando la regione divenne la porzione orientale del neocostituito Pakistan, sebbene separata dal resto dello Stato da 1600 km di territorio dell'India. Discriminazioni linguistiche, politiche ed economiche condussero ad agitazioni popolari contro il Pakistan occidentale, che portarono alla guerra per l'indipendenza nel 1971 e la costituzione dello Stato del Bangladesh. Tuttavia, la nuova nazione ha dovuto sopportare carestie, catastrofi naturali e povertà diffusa, oltre a sconvolgimenti politici e colpi di stato militari. Il ripristino della democrazia nel 1991 (vedi democrazia islamica) è stato seguito da una relativa stabilità e progresso economico.

Il Bangladesh è tra i paesi più densamente popolati del mondo e ha un elevato tasso di povertà. Geograficamente è collocato nella fertile pianura del delta di Gange e Brahmaputra, ed è soggetto alle annuali inondazioni dei monsoni e cicloni. Il Bangladesh è membro di Commonwealth, SAARC, BIMSTEC, OIC, e D-8. Come rilevato dalla Banca Mondiale nel luglio 2005, il paese ha compiuto progressi significativi nello sviluppo umano nei settori dell'alfabetizzazione, nella parità di scolarizzazione e nella riduzione della crescita demografica.[6]

L'Islam vi fu introdotto soprattutto sotto il regno del Sultanato di Delhi. Durante il dominio del Sultanato di Bengala, la regione fu definita dagli europei come il miglior paese per il commercio.[7] Nel XVII secolo sotto il regno Moghul, l'economia dell'attuale Bangladesh e del Bengala Occidentale valeva circa il 12% del PIL mondiale, ed era soprannominata il Paradiso delle Nazioni e leader della produzione mondiale.[8] La ricchezza e lo splendore monumentale di Dacca e delle città del Bangladesh superava quella delle capitali europee.[9][10][11][12] Inoltre, il Bengala orientale rappresentava il 40% delle importazioni olandesi dall'Asia.[10][13] Nel XVIII secolo il Bangladesh era una società pre-industriale, assai sviluppata.[14][15][16][17][18] Fu conquistato dagli inglesi nel 1757.

  1. ^ (EN) The Constitution of the People's Republic of Bangladesh - Article 3. The state language, su bdlaws.minlaw.gov.bd. URL consultato il 24 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2015).
  2. ^ Bangladesh Population, su worldometers.info. URL consultato l'11 novembre 2023.
  3. ^ bengalino, su Treccani - Vocabolario on line. URL consultato il 29 ottobre 2023 (archiviato il 21 marzo 2022).
  4. ^ Bangladese, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  5. ^ Luciano Canepari, Bangladesh, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
  6. ^ Bangladesh, riassunto del Paese, Banca Mondiale, Luglio 2005, su web.worldbank.org.
  7. ^ Nanda, J. N (2005). Bengal: the unique state, Concept Publishing Company. p. 10., 2005, ISBN 978-81-8069-149-2.
    «Bengal [...] was rich in the production and export of grain, salt, fruit, liquors and wines, precious metals and ornaments besides the output of its handlooms in silk and cotton. Europe referred to Bengal as the richest country to trade with.»
  8. ^ Tim Steel, The paradise of nations (Op-ed), su Dhaka Tribune, 19 dicembre 2014. URL consultato il 17 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2019).
  9. ^ M. Shahid Alam, Poverty From The Wealth of Nations: Integration and Polarization in the Global Economy since 1760, Springer Science+Business Media, 2016, p. 32, ISBN 978-0-333-98564-9.
  10. ^ a b Hissam Khandker, Which India is claiming to have been colonised? (Op-ed), in The Daily Star, 31 luglio 2015.
  11. ^ Maddison, Angus (2003): Development Centre Studies The World Economy Historical Statistics: Historical Statistics, OECD Publishing, ISBN 9264104143, pages 259–261
  12. ^ Lawrence E. Harrison, Peter L. Berger, Developing cultures: case studies, Routledge, 2006, p. 158, ISBN 978-0-415-95279-8.
  13. ^ Om Prakash, "Empire, Mughal", History of World Trade Since 1450, edited by John J. McCusker, vol. 1, Macmillan Reference US, 2006, pp. 237–240, World History in Context. Retrieved 3 August 2017
  14. ^ Alam, M. Shahid (Mohammad Shahid), 1950-, Poverty from the wealth of nations : integration and polarization in the global economy since 1760, Palgrave, 2000, ISBN 9780333985649, OCLC 681923986. URL consultato l'8 luglio 2019.
  15. ^ Do not wait for disaster: Op-ed article in The Daily Star, su dx.doi.org, 5 marzo 2013. URL consultato l'8 luglio 2019.
  16. ^ Maddison, Angus., The world economy : historical statistics, Development Centre of the Organisation for Economic Co-operation and Development, 2003, ISBN 9264104127, OCLC 326529006. URL consultato l'8 luglio 2019.
  17. ^ Peter B. Ives, Sources: History of World Trade Since 1450, in Reference & User Services Quarterly, vol. 46, n. 2, 1º dicembre 2006, pp. 89–90, DOI:10.5860/rusq.46n2.89, ISSN 1094-9054 (WC · ACNP). URL consultato l'8 luglio 2019.
  18. ^ Indrajit Ray, Bengal Industries and the British Industrial Revolution (1757-1857), 9 agosto 2011, DOI:10.4324/9780203830895. URL consultato l'8 luglio 2019.

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