Bayhaq è una regione storica rurale (rostāq) dell'Iran, nell'odierno Razavi Khorasan, posta tra lo shahrestān di Nishapur e quello di Sabzevar. Le città di Sabzevar e Ḵosrowjerd, separate da due sole parasanghe di distanza (ca. 12 chilometri), erano i due centri urbani della regione.
I geografi antichi che hanno menzionato questa zona l'hanno definita prevalentemente agricola, con alcune manifatture della seta. Il rostāq si estendeva per 25 parasanghe e comprendeva, secondo Yāqūt, 321 villaggi (sebbene solamente 40 dipendessero da esso, come afferma Mostawfī circa cento anni dopo[1][2][3][4][5][6]). Le mura di Bayhaq (intesa come città di Sabzevar), precedentemente piuttosto deboli, vennero rafforzate dal visir selgiuchide Neẓām al-Molk nel 1071-1072, venendo in seguito smantellate da Arslān Arḡun bin Alp Arslān.[7] La loro ricostruzione deve essere avvenuta in tempi piuttosto rapidi, come dimostrano successivi eventi storici che coinvolsero la città.
L'importanza strategica di Bayhaq deriva dalla sua posizione, che le consentiva di controllare la grande strada che passava attraverso le pendici settentrionali del deserto Dasht-e Kavir, collegando Ray e le provincie occidentali con Nishapur e il Khorasan. La sua importanza anche come centro di cultura è chiaramente indicata dal numero di ʿolamāʾ e letterati provenienti da questa zona ("innumerable", afferma Yāqūt[8]), così come lo storico dei ghaznavidi Abul-Fazl Bayhaqi (nato nel villaggio di Ḥāreṯābād), e numerosi esperti di tradizioni e leggi, come lo Shafeʿita faqīh Aḥmad bin Ḥosayn Bayhaqī (morto nel 1066). La causa di questa fiorente attività culturale è da rintracciarsi nell'emigrazione di numerosi ʿAlid sayyed durante il periodo Taheride, solitamente da Nishapur,[9] che gradualmente trasformarono Bayhaq in un centro dello Shiʿismo come viene confermato da Mostawfī, nel XIV secolo.[10]