Il toro (Bos taurus Linnaeus, 1758), chiamato talvolta impropriamente bue (denominazione riservata al toro che ha subito la castrazione[1]), è una specie di mammifero artiodattilo appartenente alla famiglia Bovidae.[2] La femmina del toro domestico, la vacca, detta anche mucca, viene allevata per trarne il latte, liquido secreto dalla ghiandola mammaria per l'alimentazione del vitello, molto usato nell'alimentazione umana sia come bevanda, sia come materia prima da cui ricavare formaggio, panna, burro, ricotta e altri derivati del latte, sia come ingrediente per alimenti più complessi. I vitelli (chiamati così nel primo anno di vita) vengono allevati principalmente per la carne: solo una parte viene infatti lasciata crescere per destinarla alla riproduzione.
Prima della meccanizzazione agricola (e dunque ancora oggi in molte aree del mondo) i buoi, essendo forti come i tori ma molto più mansueti grazie alla castrazione, erano spesso impiegati anche come forza motrice per macchine agricole e mezzi di trasporto. Dalle deiezioni bovine (letame o liquami) si possono ottenere molti macroelementi e microelementi per la coltivazione dei terreni agricoli, in primis l'azoto, utile per la crescita delle piante. A cavallo tra XX e XXI secolo sull'allevamento dei bovini, sia su quello intensivo in scala industriale sia su quello non intensivo[3], è stata posta una crescente attenzione per via dell'effetto serra a cui contribuisce[4]: il biochimismo digestivo bovino (e dei ruminanti in generale) produce infatti metano (18% delle emissioni antropiche e 65% delle emissioni agricole), gas a effetto serra[5].