Candido, o l'ottimismo | |
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Titolo originale | Candide, ou l’Optimisme |
Il frontespizio dell'edizione del 1759 | |
Autore | Voltaire |
1ª ed. originale | 1759 |
1ª ed. italiana | 1759 |
Genere | Romanzo |
Sottogenere | filosofico |
Lingua originale | francese |
Protagonisti | Candido |
Altri personaggi | Cunegonda, Pangloss, Cacambò |
Candido, o l'ottimismo (Candide, ou l'Optimisme), è un romanzo filosofico di Voltaire che mira a confutare le dottrine ottimistiche come quella leibniziana. Lo scrittore francese fu stimolato sicuramente dal terremoto di Lisbona del 1755 che distrusse la città, mietendo migliaia di vittime. Voltaire scrisse prima un poema sul cataclisma (1756) e successivamente il Candido (1759), in un periodo successivo a numerose persecuzioni nei suoi confronti che lo avevano portato sulla via di una visione disincantata del mondo. Il romanzo, a dispetto della brevità, è considerato il magnum opus dello scrittore e filosofo "patriarca dell'illuminismo".[1]
Nonostante la presa d'atto dell'esistenza del male, non risulta, comunque, che Voltaire nel Candido esalti il pessimismo, quanto si limiti a stigmatizzare la pretesa di "vivere nel migliore dei mondi possibili", precetto su cui Leibniz aveva montato il cardine della propria filosofia. Non a caso l'illuminista francese incarna nella figura del precettore Pangloss il filosofo tedesco, intento a istruire il giovane Candido a vedere il mondo che lo circonda con ottimismo, sebbene si succedano in continuazione controversie e disavventure.
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