Caravella | |
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La caravella "Vera Cruz" (tp. "Caravella Latina"), in una rievocazione storica | |
Varianti | Caravela Latina Caravela Redonda Caravela de Armada Caravela en la modal Andalucia |
Caratteristiche costruttive | |
Dislocamento | 50 - 180 t |
Materiale | legno |
Caratteristiche di trasporto | |
Propulsione | vela |
Numero alberi | 1-3 |
Tipo di vela | latina (C. Latina) latina+quadra (C. Redonda e s.) quadra (C. Andalucia) |
La caravella (dal portoghese caravela) fu un tipo di veliero introdotto intorno al 1451 dai portoghesi, presumibilmente nell'arsenale di Lisbona e/o nella residenza di Sagres (Algarve) del principe Enrico il navigatore che fungeva al tempo da scuola nautica e arsenale sperimentale per gli esploratori lusitani. Fu concepita come un natante da esplorazione capace di circumnavigare l'Africa e raggiungere così le Indie orientali senza dover pagare tasse agli Ottomani.
Nella sua forma pienamente evoluta, sviluppata dal peschereccio nordafricano qārib (prob. evoluzione del carabus romano)[1], era un bastimento agile, di facile manovra (fond. una maggiore capacità di virata), con un dislocamento di 50-160 t, da 1 a 3 alberi a vela latina, cassero scoperto, prua piana e opera morta non troppo pronunciata. La limitata capacità di carico e di equipaggio ne erano i principali svantaggi ma ciò ebbe poca rilevanza fintantoché si trattò di navi destinate all'esplorazione.[2]
Nell'immaginario collettivo, le "caravelle" per antonomasia sono le tre navi con le quali Cristoforo Colombo raggiunse i Caraibi nel 1492: la Niña, la Pinta e la Santa María. In realtà, quest'ultima era una nau e non una caravella.