Christopher Marlowe, soprannominato Kit (Canterbury, battezzato il 26 febbraio 1564 – Londra, 30 maggio 1593), è stato un drammaturgo, poeta e traduttore britannico. Marlowe adottò il blank verse, che fu introdotto intorno al 1540 da Henry Howard, conte di Surrey, nella sua traduzione del secondo e quarto libro dell'Eneide.
Fu personaggio controverso e dissoluto, sul quale pesavano feroci accuse di militanza nei servizi segreti britannici, libertinaggio ed omosessualità: morì ventinovenne nel corso di una rissa. Nei suoi drammi si rispecchia il risultato di una vita così estrema: i suoi personaggi risentono di una brama insana di potere (come nel Tamerlano il Grande I e II), di una sfrenata sensualità (Edoardo II), di una smodata avidità (L'ebreo di Malta), di una sete infinita di conoscenza (Faustus). Come sottolinea Mario Praz, Marlowe fu "iperbolico nello spingere all'estremo la passione dominante di un personaggio".[1]