Classe Matsu | |
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Descrizione generale | |
Tipo | Cacciatorpediniere |
Numero unità | 18 |
Proprietà | Marina imperiale giapponese |
Ordine | 1942 |
Cantiere | Fujinagata (Osaka) Maizuru Yokosuka |
Impostazione | 1943-1944 |
Varo | 1944 |
Completamento | 1944-1945 |
Destino finale | 7 unità affondate 3 unità demolite 8 unità cedute agli Alleati |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | 1 282 t A pieno carico: 1 676 t |
Lunghezza | 100 m |
Larghezza | 9,35 m |
Pescaggio | 3,3 m |
Propulsione | 2 caldaie Kampon e 2 turbine a ingranaggi a vapore Kampon; 2 alberi motore con elica (19 000 shp) |
Velocità | 27,75 nodi (52,73 km/h) |
Autonomia | 4 680 miglia a 16 nodi (8 667 chilometri a 30,4 km/h) |
Equipaggio | 210 |
Equipaggiamento | |
Sensori di bordo | Sonar Type 93 Radar Type 22 e Type 13 |
Armamento | |
Armamento |
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Note | |
Dati riferiti all'entrata in servizio secondo il progetto iniziale | |
Fonti citate nel corpo del testo | |
voci di classi di cacciatorpediniere presenti su Wikipedia |
La classe Matsu (松型駆逐艦?, Matsugata kuchikukan) era costituita da diciotto cacciatorpediniere e appartenne alla Marina imperiale giapponese.
Nacque dell'esigenza di disporre, in tempi brevi, di un gran numero di cacciatorpediniere adatti a proteggere i convogli e gli spostamenti della flotta da battaglia sia dagli aerei, sia dai sommergibili (principali cause di attrito e perdite per le unità giapponesi). Il progetto previde navi di fattura più semplice rispetto alle classi precedenti, con ampio uso di attrezzature essenziali, caldaie non particolarmente sofisticate e un notevole numero di armi contraeree, compreso l'armamento principale su tre cannoni Type 89 da 127 mm; al contrario, l'armamento silurante che era sempre stato una caratteristica saliente dei cacciatorpediniere giapponesi fu ridotto a solo quattro tubi da 610 mm e senza ricarica. Tra le unità a disporre di apparati radar sin dall'entrata in servizio, i Matsu operarono solo nell'ultimo anno della seconda guerra mondiale, molto spesso in pericolosi compiti di scorta ma avendo anche modo di partecipare alla battaglia del Golfo di Leyte. Sette esemplari furono distrutti in azione, compreso il capoclasse che, nell'agosto 1944, si sacrificò per consentire la dispersione dei mercantili che stava proteggendo. Delle unità sopravvissute alla seconda guerra mondiale, tre furono smantellate alla fine delle ostilità in quanto in pessime condizioni e otto furono spartite tra Stati Uniti, Unione Sovietica, Regno Unito e Repubblica cinese.