Clavicembalo | |||||
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Informazioni generali | |||||
Origine | ![]() | ||||
Invenzione | XV secolo | ||||
Classificazione | 314.122-6-8 Cordofoni a tastiera, a corde pizzicate | ||||
Uso | |||||
Musica rinascimentale Musica barocca Musica galante e classica Musica contemporanea | |||||
Genealogia | |||||
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Ascolto | |||||
I clavicembali (detti anche gravicembali o cembali) sono una famiglia di strumenti a corde dotati di tastiera, tra questi anche i più piccoli virginale e spinetta. Chi suona il clavicembalo è chiamato clavicembalista, mentre i costruttori di clavicembali e strumenti simili sono detti cembalari.[1]
Questi strumenti generano il suono pizzicando una o più corde, anziché colpirle come avviene nel pianoforte o nel clavicordo. La famiglia del clavicembalo ha probabilmente avuto origine quando una tastiera è stata adattata a un salterio, fornendo così un mezzo per pizzicare le corde. Il termine stesso, che compare per la prima volta in un documento del 1397,[2] deriva dal latino clavis, chiave (intesa come il meccanismo che utilizza il movimento del tasto per azionare il leveraggio retrostante), e cymbalum, termine che designava nel Medioevo gli strumenti musicali con corde parallele tese su una cassa poligonale e senza manico, come il salterio o la cetra. La più antica descrizione nota del clavicembalo risale al 1440 circa.[3]
Verso la fine del XVIII secolo, con lo sviluppo del fortepiano e il successivo crescente utilizzo del pianoforte, il clavicembalo scomparve progressivamente dalla scena musicale (eccetto nell'opera, dove continuò ad essere utilizzato per accompagnare i recitativi). Nel XX secolo c'è stata una riscoperta dello strumento, dove viene utilizzato in esecuzioni storicamente informate di musica antica, in nuove composizioni e, in rari casi, in alcuni stili di musica popolare (p.e. il pop barocco).