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Colpo di Stato in Sudan del 2021

Colpo di Stato in Sudan del 2021
parte della transizione democratica sudanese del 2019-2024
Manifestazioni contro il colpo di stato
Data25 ottobre 2021
LuogoSudan (bandiera) Sudan
CausaParte civile del governo di transizione spinge per un pieno governo civile a partire dal 17 novembre 2021
Esito
  • L'esercito depone il governo civile e il Consiglio Sovrano
  • Arresto del primo ministro Abdalla Hamdok e di altri ministri
  • Inizio proteste da parte della popolazione
  • Abdalla Hamdok viene liberato e reinsediato come primo ministro
  • Abdalla Hamdok si dimette e viene raggiunto un nuovo accordo tra militari e forze civili
Schieramenti
Forze armate sudanesi
Comandanti
Perdite
  • 38 manifestanti uccisi[1]
  • Centinaia di manifestanti feriti[1]
Voci di colpi di Stato presenti su Wikipedia

Il colpo di Stato in Sudan avvenne il 25 ottobre del 2021, quando l'esercito sudanese arrestò il primo ministro del governo di transizione sudanese, Abdalla Hamdok, ponendolo agli arresti domiciliari. Il governo civile venne sospeso e il ministero dell'Informazione invitò la popolazione alla resistenza pacifica.[2][3][4][5] Il colpo di Stato venne guidato dal generale Abdel Fattah al-Burhan, che giustificò la sua decisione menzionando la situazione di instabilità politica del paese.[6]

In reazione al colpo di Stato, decine di migliaia di persone parteciparono a manifestazioni di protesta, duramente represse dagli apparati militari.[7][8]

A novembre 2021 venne creato un nuovo organo di governo del paese, il Consiglio Sovrano, con a capo lo stesso generale Abdel Fattah al-Burhan e con il generale Mohamed Hamdan Dagalo come vice.[9] Nello stesso mese Abdalla Hamdok venne reintegrato come primo ministro, ma si dimise il 2 gennaio 2022 sostenendo di non essere riuscito a ottenere garanzie sul trasferimento dei poteri dai militari ai civili.[10][11]

Il 5 dicembre 2022 venne raggiunto un accordo tra la giunta militare che controllava il paese e i dirigenti di Forze per la Libertà e il Cambiamento, il più grande gruppo pro-democrazia del paese: tale accordo prevedeva un periodo di transizione di due anni che avrebbe portato all'elezione di un nuovo primo ministro, ma fu oggetto di critiche da altri gruppi pro-democrazia a causa della sua vaghezza.[12] Nonostante l'accordo, nell'aprile 2023 gli scontri tra l'esercito e il gruppo paramilitare delle Rapid Support Forces diedero inizio a un nuovo conflitto.[13]


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