Congiuntivite | |
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Congiuntivite | |
Specialità | oftalmologia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-10 | H10 |
MeSH | D003231 |
MedlinePlus | 001010 |
eMedicine | 797874 |
Sinonimi | |
Occhio rosso | |
La congiuntivite, la causa più frequente di occhio rosso, è un'infiammazione dello strato mucoso più esterno che riveste la sclera dell'occhio e la superficie interna della palpebra.[1] Essendo il tessuto più esposto agli agenti esterni, può andare incontro ad infiammazione in seguito ad infezioni (batteri, virus, miceti, chlamydia, protozoi), a disfunzioni del film lacrimale precorneale, a reazioni allergiche e a contatto con sostanze o vapori irritanti o tossici.[2] Oltre al colorito rossastro caratteristico, si possono associare fastidiosi sintomi quali dolore, bruciore e prurito. L'occhio interessato può presentare aumento della lacrimazione e apparire "bloccato" da secrezioni muco-purulente fino alla perdita della vista. Può verificarsi inoltre un gonfiore sulla parte bianca dell'occhio (chemosi congiuntivale), soprattutto in presenza di reazioni allergiche[3]. Il prurito oculare è il sintomo più comune nei casi dovuti ad allergia.[4] La congiuntivite può interessare uno o entrambi gli occhi.[3]
L'eziologia infettiva più comune è quella virale e batterica.[4] L'infezione virale può verificarsi insieme agli altri sintomi di un raffreddore comune. I casi dovuti ad infezioni virali, in particolare quelli da adenovirus, e a contaminazioni batteriche possono diffondersi tra le persone.[3] Anche l'allergia a pollini o ai peli degli animali può essere una causa frequente.[4] La diagnosi si basa spesso su segni e sintomi. Nei casi persistenti e resistenti alle terapie viene prelevato un campione e viene inviato per la coltura e l'analisi di laboratorio.[3] Nelle forme croniche è opportuno eseguire un prelievo citologico[5], per individuare i meccanismi causali del processo infiammatorio, in base alle caratteristiche dell'infiltrato flogistico.
Per la prevenzione delle forme infettive è in parte sufficiente il lavaggio delle mani. Nelle forme allergiche è importante evitare il più possibile il contatto con gli allergeni scatenanti. Il trattamento dipende dalla causa sottostante.[3] Nella maggior parte dei casi virali, non esiste alcun trattamento specifico, tranne che nelle forme da virus erpetico[4], mentre gli antibiotici possono ridurre la durata dei casi da agenti batterici, anche se nella maggior parte dei casi la condizione si risolve senza un trattamento.[3][4] Nei soggetti che indossano lenti a contatto e nelle infezioni da gonorrea o clamidia, deve essere effettuato trattamento farmacologico specifico. Le forme allergiche possono essere gestite con gli antistaminici o inibitori della degranulazione dei mastociti in collirio.[4]
Ogni anno, nei soli Stati Uniti, da 3 a 6 milioni di persone soffrono di congiuntivite.[3][4] Negli adulti le cause virali sono le più comuni, mentre nei bambini lo sono quelle batteriche.[4] Se sono presenti disturbi della vista, dolore significativo, sensibilità alla luce, segni di herpes o se non si verifica alcun miglioramento dopo una settimana, è richiesta una diagnosi da parte dello specialista oftalmologo e un trattamento specifico.[4] La congiuntivite insorta nei primi mesi di vita, nota come congiuntivite neonatale, richiede una diagnosi specifica[5] e un trattamento mirato.