Our website is made possible by displaying online advertisements to our visitors.
Please consider supporting us by disabling your ad blocker.

Responsive image


Crocuta crocuta spelaea

Iena delle caverne
Scheletro montato di un esemplare, Museo di storia naturale di Tolosa
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdineCarnivora
FamigliaHyaenidae
GenereCrocuta
SpecieC. crocuta
SottospecieC. c. spelaea
Nomenclatura binomiale
Crocuta crocuta
Erxleben, 1777
Nomenclatura trinomiale
Crocuta crocuta spelaea
Goldfuss, 1823
Areale

La iena delle caverne (Crocuta crocuta spelaea, Goldfuss, 1823), è una specie di iena vissuta durante l'epoca geologica del Pleistocene. Originaria dell'Eurasia occidentale, si diffuse successivamente fino alla Crimea. La sua esistenza è testimoniata dalla vasta gamma di resti fossili e da alcuni dipinti preistorici.

È stata uno dei predatori dominanti dell'Europa pleistocenica insieme ai leoni della steppa e ai lupi; la sua alimentazione era costituita principalmente da carcasse di grandi erbivori come elefanti, rinoceronti lanosi e orsi delle caverne, ma nonostante ciò ci sono prove che essa fosse specializzata nella caccia di equini e di bisonti della steppa. Come l'odierna iena maculata africana, aveva una pelliccia maculata e le femmine superavano in grandezza gli esemplari maschili.

Il suo stato tassonomico è tuttora dibattuto: alcuni autori la considerano una sottospecie della iena macchiata, poiché analisi del DNA mostrano che le sue divergenze sono aggregabili entro la diversità genetica di questa specie. Altri autori sostengono invece si tratti di una specie a sé stante basandosi soprattutto sulla forma del telencefalo, meno sviluppato rispetto a quello della iena macchiata e perciò indicativo di comportamenti e abitudini alimentari diversi.

La iena delle caverne ha una lunga storia di associazione con l'uomo: ne esistono rappresentazioni artistiche risalenti al Paleolitico superiore, inclusi dipinti rupestri nelle Grotte di Lascaux e di Chauvet. Inoltre ci sono prove che fosse sia predatore che preda dell'uomo.


Previous Page Next Page