Il diaframma è un meccanismo analogo al iride del occhio umano, usato in ottica per regolare la quantità di luce che deve attraversare un obiettivo; è chiamato anche apertura e rappresenta la pupilla d'ingresso del sistema, prevedendo una apertura massima e una minima.[1]
È un dispositivo meccanico costituito da un insieme di lamelle messe a ventaglio inverso, che chiudono l'apertura del sistema ottico fino alla sezione minima, partendo dalla parte esterna dell'apertura[2]. La forma e la quantità delle lamelle, dovrebbe mantenere la figura del foro quanto più rotonda o circolare possibile, con tutti i valori di apertura; tuttavia, i diaframmi vengono spesso allestiti in modo semplice ed economico, con una quantità inferiore a 10 lamelle (generalmente, 5 o 6) e solitamente a lamelle dritte (non curve), che poi presentano, nell'immagine, delle evidenti figure poligonali (pentagono, esagono, ettagono, etc), soprattutto nei punti luce fuori fuoco, creando così effetti che spesso vengono confusi e chiamati superficialmente “effetto bokeh”.
Si possono trovare anche ottiche con diaframmi particolari, ad esempio con solo 2 o 3 lamelle, e quindi volutamente caratterizzate per rendere effetti ottici "peculiari".