Ebe | |
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Nome orig. | Ἥβη |
Caratteristiche immaginarie | |
Specie | divinità |
Sesso | femmina |
Professione | dea della giovinezza, ancella degli dei |
Ebe (in greco antico: Ἥβη?, Hḕbē) nella mitologia greca è la divinità della giovinezza, figlia di Zeus e di Era. La sua figura appare più volte nei poemi omerici e viene citata anche da Esiodo.
Nel monte Olimpo Ebe era l'enofora, ovvero l'ancella delle divinità, a cui serviva nettare e ambrosia (nell'Iliade, libro IV). Il suo successore fu il giovane principe troiano Ganimede. Nel libro V dell'Iliade è anche colei che immerge il fratello Ares nell'acqua, dopo la battaglia con Diomede.
Nell'Odissea (libro XI) è la sposa di Eracle (anche se l'autenticità del brano non è certa). Euripide comunque la cita nelle Eraclidi.
A Sicione Ebe era inoltre venerata come dea del perdono e della misericordia[1].
Il suo opposto nella mitologia greca è Geras, dio della senilità, mentre la dea corrispondente nella mitologia romana è Iuventas.