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Electric blues

Blues elettrico
Origini stilisticheBlues
Origini culturaliIl genere origina tra la fine degli anni quaranta e primi anni cinquanta negli Stati Uniti[1].
Strumenti tipicichitarra, basso, armonica
PopolaritàRaggiunse la popolarità negli anni cinquanta e sessanta sia negli States che in Gran Bretagna, permettendo la nascita del blues rock.
Generi derivati
British blues - Blues rock - Rock and roll
Generi correlati
Memphis blues - Chicago blues - Louisiana blues - Texas blues - Detroit blues - Blues Revival

Il blues elettrico[2][3], a cui ci si riferisce anche con il termine blues elettrificato oppure con l'equivalente inglese electric blues, è una forma di blues caratterizzata dall'uso dell'amplificazione elettrica per gli strumenti musicali[1]. La chitarra è stata il primo strumento ad essere amplificato e utilizzato dai pionieri T-Bone Walker alla fine degli anni '30[4] e John Lee Hooker e Muddy Waters negli anni '40. I loro stili si evolsero nel blues della West Coast, nel blues di Detroit e nel blues di Chicago del secondo dopoguerra, che differivano dai precedenti blues prevalentemente acustici. All'inizio degli anni '50, Little Walter era un solista di spicco all'armonica blues che utilizzava un piccolo microfono portatile collegato a un amplificatore per chitarra. Sebbene ci sia voluto un po' più di tempo, il basso elettrico ha gradualmente sostituito il contrabbasso all'inizio degli anni '60. Gli organi elettrici e in particolare le tastiere sono state ampiamente utilizzate nel blues elettrico dei periodi successivi.

Il genere diventa popolare grazie all'emigrazione degli afroamericani verso le città del nord America e grazie a scambi culturali si diffonde anche nel Regno Unito, dove contribuisce alla nascita dapprima del Blues britannico[5] e poi del blues rock[6].

  1. ^ a b allmusic.com - British blues
  2. ^ Mauro Zambellini, Rock blues, Firenze, Giunti, 2003, ISBN 88-00-86081-8.
  3. ^ Riccardo Bertoncelli, Storia leggendaria della musica rock, Firenze, Giunti, 2010, ISBN 978-88-09-74976-4.
  4. ^ Vladimir Bogdanov, Chris Woodstra;Stephen Thomas Erlewine, All music guide to rock: the definitive guide to rock, pop, and soul, Backbeat books, 3rd ed., 2002, pp. 1351-2.
  5. ^ RSI British Blues, su rsi.ch. URL consultato il 25 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2011).
  6. ^ David Dicaire. More blues singers: biographies of 50 artists from the later 20th century. McFarland, 2002. ISBN 0786410353. p. 87

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