Elezioni regionali del 2000 | |||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
15 regioni e province autonome | |||||||||||
| |||||||||||
Coalizioni per regione dopo le elezioni | |||||||||||
Le elezioni regionali italiane del 2000 si tennero domenica 16 aprile.
Riguardarono le 15 regioni a statuto ordinario e si svolsero insieme al primo turno delle elezioni amministrative.
L'esito delle elezioni vide l'insuccesso del centro-sinistra, che non riuscì a confermarsi in Liguria, Lazio, Abruzzo e Calabria: in otto regioni (pari a 32 milioni di abitanti) prevalse la coalizione di centro-destra de La Casa delle Libertà, mentre nelle altre sette (pari a 16 milioni di abitanti), vinse lo schieramento di centro-sinistra de L'Ulivo, alleato, in genere, con Rifondazione Comunista.
Successivamente il TAR del Molise, con una decisione che non ebbe eguali nella giurisprudenza italiana, annullò la vittoria ottenuta in tale regione per circa 600 voti dal candidato ulivista Giovanni Di Stasi (per via di alcune irregolarità riscontrate nelle liste dei Verdi) e indicò nuove elezioni da tenersi l'11 novembre 2001, che videro la vittoria del forzista Michele Iorio.
La sconfitta elettorale portò Massimo D'Alema alla decisione di rassegnare le dimissioni da Presidente del Consiglio:[1] divenendo così il primo capo del governo italiano a dimettersi per la sconfitta in elezioni amministrative. Non essendo venuta meno una maggioranza parlamentare, venne formato un nuovo governo presieduto da Giuliano Amato,