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Epoca d'oro islamica

Espansione islamica nel mondo, 622-750. (Marrone c. 622-632; arancione c. 632-661; ocra c. 661-750)
Dirham islamico in argento del 729.
Palazzo dell'Alhambra a Granada in Spagna.

L'epoca d'oro islamica è un periodo storico ricadente nel Califfato abbaside e che ebbe termine con la conquista mongola di Baghdad nel 1258.[1] Ebbe inizio intorno alla metà dell'VIII secolo con l'avvento del Califfato abbaside e il trasferimento della capitale da Damasco a Baghdad.[2] Gli abbasidi furono influenzati dalle prescrizioni del Corano e dagli ʾaḥādīth della Sunna, ritenendo che "l'inchiostro di uno studioso fosse più sacro del sangue di un martire", frase che sottolineava il valore della conoscenza[2]. Durante questo periodo, il mondo islamico divenne un centro intellettuale per la scienza, la filosofia, la medicina, l'astrologia, la matematica, l'alchimia e l'istruzione, visto che gli Abbasidi sostennero la causa della conoscenza e istituirono la Casa della Saggezza a Baghdad, dove studiosi musulmani e appartenenti ad altre religioni cercarono di tradurre e raccogliere tutta la conoscenza del mondo in arabo[2].

Molte opere classiche dell'antichità, che altrimenti sarebbero andate perdute, vennero tradotte in arabo e persiano e poi, a loro volta, in turco, ebraico e latino.[2] Durante questo periodo il mondo arabo divenne un insieme di culture che riuscirono a sintetizzare la conoscenza acquisita dagli antichi romani, cinesi, indiani, persiani, egiziani, greci e bizantini.[2]

  1. ^ Islamic Radicalism and Multicultural Politics, Taylor & Francis, p. 9, ISBN 978-1-136-95960-8. URL consultato il 26 agosto 2012.
  2. ^ a b c d e Vartan Gregorian, "Islam: A Mosaic, Not a Monolith", Brookings Institution Press, 2003, pg 26–38 ISBN 0-8157-3283-X

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