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Esofago di Barrett

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Esofago di Barrett
Immagine endoscopica dell'esofago di Barrett, la zona rossa che si estende a partire dal cardias. La biopsia ha mostrato una metaplasia intestinale.
Specialitàgastroenterologia e chirurgia
Classificazione e risorse esterne (EN)
OMIM614266
MeSHD001471
MedlinePlus001143
eMedicine364050
Eponimi
Norman Barrett

L'epitelio di Barrett oppure esofago di Barrett è una metaplasia, un adattamento delle cellule della parte inferiore dell'esofago ad uno stimolo nocivo. Esso è caratterizzata dalla sostituzione del normale rivestimento dell'epitelio squamoso pluristratificato dell'esofago in epitelio colonnare semplice con cellule mucipare caliciformi (che si trovano di solito nel tratto gastrointestinale). Il significato medico dell'esofago di Barrett è la chiara correlazione (circa 0,5% per anno-paziente) con l'adenocarcinoma esofageo, un tumore molto spesso mortale,[1][2] per cui è considerata una condizione precancerosa.

Si ritiene che la principale causa dell'esofago di Barrett sia un adattamento alla cronica esposizione all'acido da esofagite da reflusso.[3] Negli ultimi anni, l'incidenza dell'adenocarcinoma esofageo è aumentata notevolmente nel mondo occidentale.[1] La condizione si riscontra tra il 5% e il 15% di pazienti che cercano cure mediche per i bruciori di stomaco (malattia da reflusso gastroesofageo), tuttavia un vasto sottogruppo di pazienti con esofago di Barrett non presentano sintomi.[1] La diagnosi prevede l'esecuzione di una endoscopia (più precisamente, una esofagogastroduodenoscopia, una procedura in cui viene inserito un cavo a fibre ottiche attraverso la bocca per esaminare l'esofago, lo stomaco e il duodeno) e una biopsia. Le cellule dell'esofago di Barrett, in seguito alla biopsia vengono classificate in quattro categorie principali: non displasiche, displasia di basso grado, displasia di alto grado e carcinoma franco. Una displasia ad alto grado e le prime fasi dell'adenocarcinoma possono essere trattati con la resezione endoscopica e nuove terapie endoscopiche, come l'ablazione a radiofrequenza; mentre stadi avanzati (che coinvolgono la sottomucosa) sono generalmente sottoposti a trattamento chirurgico. Ai pazienti con una condizione non displasica e basso grado, viene solitamente consigliato di sottoporsi osservazione endoscopiche annuali con l'ablazione a radiofrequenza come opzione terapeutica. Si stima che nella displasia ad alto grado, il rischio di sviluppare un tumore potrebbe essere del 10% per paziente-anno o maggiore.[1]

La condizione prende il nome dal chirurgo di origine australiana Norman Barrett (1903-1979), che la descrisse nel 1950.[4]

  1. ^ a b c d Shaheen NJ, Richter JE, Barrett oesophagus, in Lancet, vol. 373, n. 9666, marzo 2009, pp. 850–61, DOI:10.1016/S0140-6736(09)60487-6, PMID 19269522.
  2. ^ Koppert LB, Wijnhoven BP, van Dekken H, Tilanus HW, Dinjens WN, The molecular biology of esophageal adenocarcinoma, in J Surg Oncol, vol. 92, n. 3, 2005, pp. 169–90, DOI:10.1002/jso.20359, PMID 16299787.
  3. ^ Stein HJ, Siewert JR, Barrett's esophagus: pathogenesis, epidemiology, functional abnormalities, malignant degeneration, and surgical management, in Dysphagia, vol. 8, n. 3, 1993, pp. 276–88, DOI:10.1007/BF01354551, PMID 8359051.
  4. ^ Barrett NR, Chronic peptic ulcer of the oesophagus and 'oesophagitis', in Br J Surg, vol. 38, n. 150, ottobre 1950, pp. 175–82, DOI:10.1002/bjs.18003815005, PMID 14791960.

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