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Federico Barbarossa

Disambiguazione – "Federico I di Svevia" rimanda qui. Se stai cercando il duca di Svevia che regnò negli anni 1079-1105, vedi Federico I di Svevia (duca).
Disambiguazione – "Barbarossa" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Barbarossa (disambigua).
Federico I di Hohenstaufen
detto "Barbarossa"
Miniatura da un manoscritto del 1188, Biblioteca Vaticana
Imperatore dei Romani
Stemma
Stemma
In carica18 giugno 1155 –
10 giugno 1190
Incoronazione18 giugno 1155, Basilica di San Pietro
PredecessoreLotario II
SuccessoreEnrico VI
Re di Germania (Re dei Romani)
In carica4 marzo 1152 –
18 giugno 1155
Incoronazione9 marzo 1152, Aquisgrana
PredecessoreCorrado III
SuccessoreEnrico VI
Re d'Italia
IncoronazioneMonza, 11 aprile 1155
Duca di Svevia
come Federico III
In carica6 aprile 1147 –
4 marzo 1152
PredecessoreFederico II
SuccessoreFederico IV
Conte palatino di Borgogna
(jure uxoris)
In carica17 giugno 1156 –
10 giugno 1190
(con Beatrice di Borgogna fino al 1184)
PredecessoreBeatrice I
SuccessoreOttone I
Altri titoliRe di Borgogna
Nascita1122
MorteSaleph, 10 giugno 1190
DinastiaHohenstaufen
PadreFederico II, duca di Svevia
MadreGiuditta di Baviera
ConiugiAdelaide di Vohburg
Beatrice di Borgogna
FigliDi secondo letto:
Beatrice
Federico
Enrico
Corrado (poi rinominato Federico)
Sofia
Ottone
Corrado
Rinaldo
Guglielmo
Filippo
Agnese

Federico I Hohenstaufen, meglio noto come Federico Barbarossa (1122Saleph, 10 giugno 1190), è stato imperatore dei Romani, re dei Romani e re d'Italia.

Prima dell'elezione imperiale, Federico era per eredità duca di Svevia (1147-1152, con il nome di Federico III). Era figlio del duca Federico II (detto "il Guercio"), della dinastia degli Hohenstaufen, e di Giuditta, figlia del duca di Baviera Enrico IX, del casato rivale dei Welfen. Federico, quindi, discendeva da due delle più importanti famiglie in Germania, rendendolo una scelta accettabile per i principi elettori dell'Impero.[1] In effetti, questa visione riflette soprattutto il punto di vista di Ottone di Frisinga, il più importante biografo medievale di Federico, il quale sosteneva appunto che lo scontro tra Staufen e Welfen aveva "spesso disturbato la pace dello Stato" e che l'elezione di Federico faceva ben sperare in una pacificazione, estremamente necessaria per un Paese, la Germania, prostrata dalla lotta per le investiture. Tale ricostruzione, che serviva sostanzialmente a giustificare la notevole esclusione alla successione del figlio di Corrado III, Federico IV di Svevia, trovò eco in particolare nella Germania ottocentesca: nel 1866, Giorgio V, re di Hannover della casa di Welfen, prese le parti dell'Impero austriaco contro il Regno di Prussia. La contrapposizione tra Welfen e Staufen rappresentava più una proiezione dei moderni che non un dato storico. Ad esempio, Federico aveva rapporti personali più stretti con i parenti Welfen del lato materno.[2]

Fu eletto re di Germania a Francoforte il 4 marzo 1152 e poi incoronato re dei Romani il 9 marzo ad Aquisgrana. Succedette allo zio paterno Corrado III. Federico ottenne la successione cedendo il ducato di Baviera al cugino Enrico il Leone, che si era visto sottratto il ducato da Corrado, così stabilizzando la propria posizione in Germania.[3][4][5] L'11 aprile del 1155 fu incoronato re d'Italia a Monza.[3] Il 18 giugno dello stesso anno papa Adriano IV lo incoronò Imperatore a Roma. Due anni dopo, il termine sacrum ("santo") in relazione al suo impero apparve per la prima volta in un documento.

La cancelleria imperiale concorse a rielaborare e riaffermare il potere temporale assoluto dell'imperatore, sulla scorta di un rinnovamento del diritto romano operato dalle università di Bologna e Padova. Dell'imperatore era concepita la superiorità rispetto a tutti gli altri re (definiti reguli, 'piccoli re'): egli era individuato come diretto emissario della volontà divina. Queste affermazioni avevano comunque un sapore sostanzialmente teorico, dato che l'Imperatore non ebbe mai la forza di attentare al potere temporale degli altri re dell'Europa cristiana.[6] Barbarossa riaccese comunque il confronto tra Papato e Impero (e lo stesso accadrà con suo nipote Federico II), dopo che la lotta per le investiture aveva trovato un accomodamento con il Concordato di Worms del 1122.[7] Barbarossa fu perciò a lungo in contrapposizione con papa Alessandro III, cui oppose diversi antipapi di elezione imperiale, nel tentativo di controbilanciare il potere papale che dominava gli stati tedeschi dopo Worms.[1]

La lotta per affermare il potere imperiale condusse Barbarossa all'organizzazione di diverse spedizioni nell'Italia settentrionale. La prima spedizione avvenne nell'ottobre del 1154. Ad una prima dieta di Roncaglia pretese di riappropriarsi dei diritti regi di cui si erano impossessati i Comuni italiani. Fu in questa occasione che ottenne la corona d'Italia. Fu poi a Roma, dove soppresse il Comune, consegnandone uno dei capi, Arnaldo da Brescia, al papa, che lo incoronò imperatore. Nel 1158 tornò in Italia: a novembre convocò una seconda dieta a Roncaglia, dove emanò la Constitutio de regalibus, documento che definiva la sua ambizione assolutistica.[3] Nel 1162 distrusse Milano, che gli si era opposta. Nel 1166, in seguito alla morte di Guglielmo I il Malo, re di Sicilia, Barbarossa organizzò una quarta spedizione italiana, che determinò la formazione di una Lega Lombarda tra le città dell'Italia settentrionale e si concluse in disastro. In una quinta spedizione, Barbarossa fu sconfitto dalla Lega Lombarda nella battaglia di Legnano (1176).[1]

L'epiteto "Barbarossa" (Rotbart, in tedesco) non sorse con Federico in vita e non ebbe alcuna diffusione nella Germania medievale. Fu piuttosto adottato dai Fiorentini, per la prima volta nel 1298, per distinguere Federico I da Federico II. È peraltro possibile che l'epiteto discendesse da un intento ingiurioso, dato che nel Medioevo i capelli rossi erano associati alla malizia e all'ira. Federico I, del resto, non era rosso, ma biondo.[8] La prevalenza di questo epiteto italiano nell'uso tedesco successivo (ma anche inglese), riflette la centralità delle campagne italiane nella sua carriera.

Barbarossa morì nell'odierna Turchia meridionale, impegnato nella Terza crociata, cui aveva giurato di partecipare ad una dieta a Magonza del 1188: annegò nel fiume Saleph (l'antico Calicadno), nei pressi di Seleucia in Cilicia.[3] È generalmente considerato uno dei più grandi imperatori medievali. Il suo senso della legge e del potere imperiale determinarono la sua ostinata opposizione ai principi tedeschi, ai comuni italiani e al Papa. Tutto ciò concorse, nell'Ottocento, a che i romantici tedeschi ne esaltassero la figura, quale rappresentante dell'unità tedesca.[1]

Mentre in Italia assurse a simbolo dell'oppressione tedesca, in Germania la sua figura fu avvolta dalla leggenda. Si immaginò che il Barbarossa dormisse nelle montagne della Turingia, nella catena del Kyffhäuser, in attesa del ritorno della Germania alla passata grandezza.[3] Furono celebrate qualità che già avrebbero impressionato i contemporanei: la sua longevità, la sua ambizione, le sue straordinarie capacità organizzative, il suo acume sul campo di battaglia e la sua perspicacia politica.

Il suo mito attraversò la storia tedesca: la sua figura fu associata a quella di Guglielmo I e alla ritrovata potenza dell'Impero tedesco. Questa appropriazione della figura del Barbarossa da parte dei nazionalisti tedeschi culminò con la attribuzione del nome "Operazione Barbarossa" all'invasione nazista dell'URSS, una denominazione decisa personalmente da Adolf Hitler.[9]

  1. ^ a b c d (EN) Frederick I, in Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
  2. ^ Freed, pp. XXVII-XXVIII.
  3. ^ a b c d e Federico I imperatore, detto il Barbarossa, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  4. ^ Freed, p. XIX.
  5. ^ Freed, p. 60.
  6. ^ Rovan (I), pp. 40-41.
  7. ^ Rovan (I), p. 40.
  8. ^ Freed, p. XVIII.
  9. ^ Freed, pp. XVIII-XIX.

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