Fenotiazina | |
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Nome IUPAC | |
10H-fenotiazina | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C12H9NS |
Massa molecolare (u) | 199,27 |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 202-196-5 |
PubChem | 7108 |
DrugBank | DBDB11447 |
SMILES | C1=CC=C2C(=C1) NC3=CC=CC=C3S2 |
Dati farmacologici | |
Categoria farmacoterapeutica | Antipsicotico |
Teratogenicità | Non utilizzare nel primo trimestre di gravidanza e durante l'allattamento. Negli altri periodi su consiglio del medico.[1] |
Modalità di somministrazione | orale, endovena |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
attenzione | |
Frasi H | 317 |
Consigli P | 280 [2] |
Le fenotiazine sono un gruppo di composti organici aventi sia proprietà antipsicotiche sia antistaminiche. I composti sono tutti caratterizzati dalla formula S(C6H4)2NH. Si tratta di composti triciclici, di colore giallo, in genere solubili in acido acetico, benzene ed etere.
Questi composti sono correlati alla classe dei composti eterociclici delle tiazine. Molti derivati del composto originario vengono utilizzati come farmaci e appartengono alla classe dei neurolettici (definiti anche tranquillanti maggiori o antipsicotici), e più precisamente appartenenti alla classe chimica dei triciclici 6-6-6. Sono tipici antagonisti dei recettori dopaminergici di tipo 2. Il capostipite degli antipsicotici fenotiazinici è la clorpromazina.
Rispetto ad altri neurolettici, ad esempio i butirrofenoni, le fenotiazine presentano un minor blocco dopaminergico. Ciò comporta una loro minore efficacia clinica anti allucinatoria ed anti delirante, ma nel contempo comporta una minore induzione di effetti collaterali di tipo extrapiramidale, sia per minore potenza di blocco dei recettori D2 post-sinaptici, sia per un'azione anticolinergica intrinseca.