Ganimede | |
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Ganimede e l’aquila, III secolo d.C.(?) | |
Nome orig. | Γανυμήδης |
Caratteristiche immaginarie | |
Sesso | maschio |
Luogo di nascita | Dardania |
Professione | dio dell'amore omosessuale e principe dei Troiani |
Ganimede (in greco antico: Γανυμήδης?, Ganymḕdēs) è un personaggio della mitologia greca. Fu un principe dei Troiani. Omero lo descrive come il più bello di tutti i mortali del suo tempo.
«La vicenda mitologica di Ganimede servì da emblema significante per la natura dell'amore tra uomini, un amore filosoficamente più elevato rispetto a quello rivolto alle donne: la vicenda dell'aquila divina si assicurò così un posto d'onore tra i riferimenti artistici al desiderio omoerotico.[1]»
In una versione del mito viene rapito da Zeus in forma di aquila divina per poter servire come coppiere sull'Olimpo: la storia che lo riguarda è stata un modello per il costume sociale della pederastia greca, visto il rapporto, di natura anche erotica, istituzionalmente accettato tra un uomo adulto e un ragazzo. La forma latina del nome era Catamitus, da cui deriva il termine catamite,[2] indicante un ragazzo che in una relazione, o durante un semplice rapporto, assume un ruolo passivo-ricettivo.