Giuseppe Salvatore Pianell | |
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Ministro della Guerra del Regno delle due Sicilie | |
Durata mandato | 14 luglio 1860 – 31 agosto 1860 |
Monarca | Francesco II delle due Sicilie |
Predecessore | Giosuè Ritucci |
Successore | Francesco Angelo Casella |
Senatore del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 15 novembre 1871 – 5 aprile 1892 |
Legislatura | dalla XI (nomina 15 novembre 1871) alla XVII |
Tipo nomina | Categoria: 14 |
Sito istituzionale | |
Deputato del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 19 maggio 1867 – 2 novembre 1870 |
Legislatura | X del Regno d'Italia |
Gruppo parlamentare | Destra storica |
Circoscrizione | Napoli |
Collegio | I (Chiaja) |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Università | Scuola militare "Nunziatella" |
Professione | Militare |
Giuseppe Salvatore Pianell | |
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Nascita | Palermo, 9 novembre 1818 |
Morte | Verona, 5 aprile 1892 |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() ![]() |
Forza armata | Esercito delle Due Sicilie Regio Esercito |
Grado | Generale di corpo d'armata (dal 1866) |
Comandanti | Carlo Filangieri Giovanni Durando |
Guerre | Terza guerra d'indipendenza italiana |
Campagne | Campagna di Sicilia del 1848-1849 |
Battaglie | Battaglia di Custoza (1866) |
Comandante di | 2º Corpo d'armata (comandante delle forze in Italia del nord) dal 1869 |
Studi militari | Scuola militare "Nunziatella" |
Fonti: vedi testo voce. | |
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Giuseppe Salvatore Pianell (Palermo, 9 novembre 1818 – Verona, 5 aprile 1892) è stato un generale e politico italiano. Conte dal 1856.
Fu nominato Ministro della Guerra del Regno delle due Sicilie nel luglio 1860, nei giorni cioè dell'Impresa dei Mille. Favorevole ad un'alleanza con il Piemonte e all'applicazione della costituzione promulgata da Francesco II, si trovò per questo avversario di buona parte della corte borbonica. Diede le dimissioni dopo poche settimane di ministero e, a seguito della proclamazione del Regno d’Italia, chiese e ottenne di entrare nell'Esercito italiano con il grado di generale.
Si distinse nella Battaglia di Custoza (1866) quale comandante dell'unica divisione italiana che non arretrò di fronte alla controffensiva austriaca. Nel 1869 divenne comandante delle forze del Regio Esercito in Italia settentrionale. Rifiutò più volte la carica di Ministro della Guerra del Regno d'Italia e fu deputato e Senatore a vita nel Parlamento italiano. Dai borbonici venne accusato di aver favorito la scomparsa del Regno delle Due Sicilie, da alcuni unionisti del contrario. Divenne, poi, uno dei simboli dell'unità nazionale.