Our website is made possible by displaying online advertisements to our visitors.
Please consider supporting us by disabling your ad blocker.

Responsive image


Guerre arabo-bizantine

Guerre arabo-bizantine
parte della Espansione islamica
I Bizantini che lanciano il fuoco greco contro una nave di Arabi.
Data6291054, 1169
LuogoPalestina, Siria, Egitto, Nordafrica, Anatolia, Creta e Sicilia
EsitoNumerose annessioni territoriali arabe, nonostante la ripresa bizantina
Schieramenti
Comandanti
Voci di guerre presenti su Wikipedia
La regione di Sham fu la prima terra conquistata dagli Arabi.

     Espansione sotto il profeta Maometto, 622-632

     Espansione sotto il governo dei califfi al-Rāshidūn, 632-661

     Espansione sotto il Califfato omayyade, 661-750

Le guerre arabo-bizantine furono una serie di guerre tra i Califfati arabi e l'Impero bizantino tra il VII ed il XII secolo. Esse cominciarono durante la fase iniziale delle conquiste islamiche sotto i califfi al-Rāshidūn e i Califfi omayyadi, e continuarono in forma di guerre frontaliere fino all'inizio dell'età delle Crociate. Come conseguenza delle guerre, i Bizantini - anche chiamati Romani ("Rūm" nelle cronache musulmane, dal momento che l'Impero bizantino era formalmente la parte orientale dell'Impero romano) - persero molti territori.

La fase iniziale del conflitto durò dal 634 al 717, terminando con il secondo assedio arabo di Costantinopoli, che frenò la rapida espansione del califfato omayyade in Asia Minore. Nonostante la sconfitta inflitta agli Omayyadi avesse assicurato la sopravvivenza dell'impero bizantino, quest'ultimo aveva perso le sue province orientali, tra cui Siria e Egitto, e il Nord Africa. La crisi del califfato omayyade in concomitanza con la Rivoluzione abbaside diede all'impero bizantino la possibilità di riorganizzarsi, concentrando le proprie forze su altri fronti. La vittoria sulla flotta omayyade a Keramaia segnò inoltre l'inizio di un periodo di dominio incontrastato della marina bizantina nel Mediterraneo, che sarebbe continuato per mezzo secolo.

Le guerre in Anatolia continuarono sotto il califfato abbaside, assumendo il carattere di una costante guerra di frontiera intervallata da grandi spedizioni arabe nel territorio nemico. Tuttavia, nonostante la stabilizzazione della frontiera terrestre in Anatolia lungo il Tauro, l'espansione araba continuò altrove, con la conquista di Creta nell'827 e della Sicilia, tra l'827 e il 902. Poco durature furono invece le conquiste arabe nel meridione d'Italia continentale.

La situazione di equilibrio sulla frontiera orientale, che vedeva l'impero bizantino costretto sulla difensiva, continuò fino alla seconda metà del IX secolo, quando il califfato abbaside venne sconvolto dall'Anarchia di Samarra. Il caos politico e il declino del califfato abbaside coincisero con l'ascesa della dinastia macedone, sotto la quale l'impero bizantino riconquistò molti territori in Oriente arrivando addirittura a minacciare Gerusalemme a sud. In seguito alla crisi e alla frammentazione del califfato abbaside, i principali avversari dell'impero bizantino ad oriente erano l'Imamato dei Fatimidi e gli Hamdanidi. La riconquista bizantine si stabilizzò in Siria e Libano, con stati vassalli tributari dell'impero come l'emirato di Aleppo nelle aree di confine. Tale stato di cose si mantenne sino alle invasioni selgichidi della Siria e dell'Anatolia, facilitate dall'indebolimento dell'impero bizantino dopo la fine della dinastia macedone. In questo contesto maturò la decisione da parte dell'imperatore bizantino Alessio I Comneno di chiedere aiuti militari al papa Urbano II al Concilio di Piacenza, uno dei fattori della Prima Crociata.

  1. ^ L'esercito bizantino includeva armeni cristiani, Slavi e arabi Ghassanidi
    • "Ghassan." Encyclopædia Britannica. 2006. Encyclopædia Britannica Online. 18 Oct. 2006 [1]

Previous Page Next Page