Henry Corbin (Parigi, 14 aprile 1903 – Parigi, 7 ottobre 1978) è stato un orientalista, storico della filosofia, traduttore, filologo, islamista e iranista francese.
Figura poliedrica dell'orientalismo francese, la sua opera si caratterizza per un'acuta interpretazione di testi in lingua araba e persiana della filosofia islamica. Egli stesso ha sempre rifiutato di definirsi un islamologo, preferendo descrivere il suo lavoro come quello di un filosofo che lavora su opere di altri filosofi.[1] Verso la fine degli anni trenta divenne noto anche per la traduzione dell'opera di Heidegger pubblicata nel 1937 con il titolo Qu'est-ce que la métaphysique?, prima traduzione francese del filosofo tedesco allora ancora poco conosciuto nel suo paese.
Nel corso della sua ricerca ha attraversato diversi ambiti della tradizione islamica, dal pensiero del filosofo persiano Sohravardī, alla mistica del maestro sufi Ibn Arabi, fino alla teologia di Mullā Sadrā Shīrāzī. La sua visione dell'Islam si caratterizza per l'importanza attribuita allo sciismo, tanto nella sua versione duodecimana quanto in quella ismaelita, che secondo Corbin rappresenta il "fenomeno originario" (lo Urphänomen fenomenologico), a partire dal quale si sviluppa qualsiasi forma di pensiero speculativo in contesto islamico.