Gli ilobatidi (Hylobatidae Gray, 1870) sono una famiglia di primati ominoidei che raggruppa quattro generi: Hoolock, Symphalangus, Hylobates e Nomascus[2][3], comprendenti sedici specie[4][5]. Le specie appartenenti agli ultimi due generi prendono propriamente il nome di Gibbone, termine usato nel linguaggio comune per tutte le specie della famiglia.
Si differenziano dagli altri ominoidei principalmente per le dimensioni più piccole, la grande lunghezza delle braccia rispetto alle dimensioni del corpo, lo stile di vita esclusivamente arboricolo, l'utilizzo della brachiazione come forma principale di locomozione e l'organizzazione sociale basata su coppie monogame[6]. Come gli altri ominoidei hanno una cavità cranica voluminosa; le orbite sono grandi e alcune specie possiedono una sacca laringea nel collo che permette loro di intensificare i richiami[7][8]. Vanno in cerca di cibo durante le ore del giorno e la maggior parte delle specie si ciba principalmente di frutti con polpa[9], incrementando la dieta con foglie e invertebrati[10].
Gli ilobatidi abitano in quasi tutto il Sud-est asiatico in habitat di foresta pluviale tropicale e subtropicale[11], principalmente in zone di bassa quota[2]. Sono animali sociali e territoriali che formano piccoli gruppi di quattro individui in media, composti da una coppia monogama e dai suoi figli[12]. Proteggono il proprio territorio attivamente e tengono alla larga potenziali rivali attraverso una serie di manifestazioni, principalmente vocali, durante le quali la coppia di adulti di ogni gruppo intona a voce alta un duetto di richiami di avvertimento[9].
Tutte le specie della famiglia sono minacciate di estinzione, a causa della crescente popolazione umana del Sud-est asiatico che ha deforestato, degradato e frammentato il loro habitat per convertire il suolo a varie attività economiche. La presenza umana ha portato anche ad altre attività che hanno contribuito al declino della popolazione, come la caccia per ricavare carne o ingredienti per la medicina tradizionale, e la cattura di esemplari vivi per essere venduti come animali domestici o esibiti negli zoo[13]. Sulla Lista Rossa della IUCN, la maggior parte delle specie viene classificata come in pericolo di estinzione e quattro di esse vengono catalogate come specie in pericolo critico[14]. Una specie compare inoltre sulla pubblicazione biennale I 25 primati più minacciati del mondo 2012-2014[15].
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