I soldati ebrei di Hitler. La storia mai raccontata delle leggi razziali naziste e degli uomini di origine ebraica dell'esercito tedesco | |
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Titolo originale | Hitler's Jewish Soldiers. The Untold Story of Nazi Racial Laws and Men of Jewish Descent in the German Military |
Autore | Bryan Mark Rigg |
1ª ed. originale | 2002 |
1ª ed. italiana | 2008 |
Genere | saggio |
Lingua originale | inglese |
I soldati ebrei di Hitler. La storia mai raccontata delle leggi razziali naziste e degli uomini di origine ebraica dell'esercito tedesco è un saggio del 2002[1] scritto dallo storico statunitense Bryan Mark Rigg, laureato alla Yale University. Il libro è stato definito nel 2003 dal Die Welt uno dei più importanti studi recenti sull'Olocausto.[2][3]
Gli studi di Rigg si sono concentrati, a partire dal periodo di dottorato a Cambridge, sulle condizioni di vita dei Mischlinge nella Germania nazista.[4] Tali ricerche, condotte con il supporto del relatore della tesi di dottorato, professor Jonathan Steinberg[5], lo hanno condotto a scoprire come tra i militari delle forze armate germaniche (in particolare della Wehrmacht, ma anche delle Waffen-SS e dell'Abwehr) vi fossero all'incirca 150.000 soldati e ufficiali con parziali origini ebraiche.
Rigg ricostruisce nel suo libro le vicende di una vasto campione che comprende personaggi molto diversi per status, livello di assimilazione e mansioni. In alcuni casi si trattò anche di figure di alto profilo dell'apparato militare tedesco quali il feldmaresciallo Erhard Milch, il General der Flieger Helmut Wilberg, il viceammiraglio Bernhard Rogge. I trattamenti preferenziali ottenuti da questi e altri ufficiali può essere motivato dall'intenzione da parte dello Stato nazista, in procinto di scatenare una nuova guerra, di non privarsi di questo nucleo di militari professionisti ritenuti politicamente affidabili e competenti.
Un'altra figura peculiare, rappresentativa di questa posizione contraddittoria fu il maggiore Ernest Bloch, di padre ebreo e membro dell'Abwehr, il quale ricevette da Wilhelm Canaris l'incarico di portare al sicuro il Lubavitcher Rebbe Yosef Yitzchok Schneersohn, bloccato a Varsavia a causa dell'invasione tedesca della Polonia. Le vicende di tale salvataggio sono trattate in maniera estesa in un'altra opera di Rigg, Rescued from the Reich: How One of Hitler's Soldiers Saved the Lubavitcher Rebbe, Yale University Press, 2006.
Gli storici dell'Olocausto Christopher Browning (membro dell'American Academy of Arts and Sciences) e Michael Berenbaum (collaboratore tra il 1988 e il 1997 dello United States Holocaust Memorial Museum hanno osservato come il libro di Rigg getti luce sull'attuazione, improntata a un approccio più flessibile e meno influenzato da fattori puramente ideologici rispetto a quanto ritenuto in precedenza, delle politiche anti-ebraiche da parte della Germania nazista.[6][7]