L'intelletto (dal latino intellectus,-us, derivato dal participio passato del verbo intellìgere = intellègere, composto da intus e lègere che significa «leggere dentro»,[1] o diversamente da inter e lègere, nel senso di «raccogliere, scegliere»)[2] può essere genericamente definito come la capacità della mente umana di intendere, concepire pensieri, elaborare concetti e formulare giudizi di natura universale[1] su ciò che è vero o erroneo secondo realtà.
La prima etimologia accenna all'intelletto come una facoltà capace di cogliere l'essenzialità che è all'interno (intus) delle cose e dei fatti.[3] Il termine intelletto nel significato filosofico compare per la prima volta nella scolastica medioevale che lo usava per tradurre in latino la parola greca νοῦς o νόος (noûs, "nus") che i greci contrapponevano alla diànoia, la ragione.