In fisica l'interazione elettrodebole è il risultato dell'unificazione di due delle quattro interazioni fondamentali della natura: l'interazione elettromagnetica e l'interazione debole.
Anche se queste due forze sembrano molto diverse alle energie dell'universo che conosciamo, sopra l'energia di unificazione, dell'ordine di 246 GeV,[nb 1] la teoria elettrodebole le modellizza come una stessa forza. Questa condizione era presente all'inizio del Big Bang, quando l'universo aveva una temperatura all'incirca di 1015 K; la separazione nelle due interazioni attuali avvenne durante l'epoca dei quark.
Sheldon Lee Glashow,[1] Abdus Salam,[2] e Steven Weinberg[3] furono insigniti del premio Nobel per la fisica nel 1979 per aver teorizzato l'unificazione delle due interazioni, nota anche come teoria di Weinberg-Salam.[4][5] Nel 1984 Carlo Rubbia e Simon van der Meer vinsero il premio Nobel per il riscontro sperimentale dei bosoni deboli W e Z. Nel 1999 a Gerardus 't Hooft e Martinus Veltman fu assegnato il premio Nobel per aver dimostrato che la teoria elettrodebole è rinormalizzabile.
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