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Interazione elettrodebole

Abdus Salam, Sheldon Lee Glashow e Steven Weinberg ricevettero il premio Nobel per la fisica nel 1979 per aver elaborato la teoria elettrodebole.

In fisica l'interazione elettrodebole è il risultato dell'unificazione di due delle quattro interazioni fondamentali della natura: l'interazione elettromagnetica e l'interazione debole.

Anche se queste due forze sembrano molto diverse alle energie dell'universo che conosciamo, sopra l'energia di unificazione, dell'ordine di 246 GeV,[nb 1] la teoria elettrodebole le modellizza come una stessa forza. Questa condizione era presente all'inizio del Big Bang, quando l'universo aveva una temperatura all'incirca di 1015 K; la separazione nelle due interazioni attuali avvenne durante l'epoca dei quark.

Sheldon Lee Glashow,[1] Abdus Salam,[2] e Steven Weinberg[3] furono insigniti del premio Nobel per la fisica nel 1979 per aver teorizzato l'unificazione delle due interazioni, nota anche come teoria di Weinberg-Salam.[4][5] Nel 1984 Carlo Rubbia e Simon van der Meer vinsero il premio Nobel per il riscontro sperimentale dei bosoni deboli W e Z. Nel 1999 a Gerardus 't Hooft e Martinus Veltman fu assegnato il premio Nobel per aver dimostrato che la teoria elettrodebole è rinormalizzabile.


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  1. ^ Sheldon Glashow, The renormalizability of vector meson interactions, in Nucl. Phys., vol. 10, n. 107, 1959.
  2. ^ Abdus Salam e John Clive Ward, Weak and electromagnetic interactions, in Nuovo Cimento, vol. 11, n. 4, 1959, pp. 568–577, Bibcode:1959NCim...11..568S, DOI:10.1007/BF02726525.
  3. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Weinberg1967
  4. ^ S. Bais, The Equations: Icons of knowledge, 2005, p. 84, ISBN 0-674-01967-9.
  5. ^ The Nobel Prize in Physics 1979, su nobelprize.org, Fondazione Nobel. URL consultato il 12 febbraio 2022.

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