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L'iperglicemia (dal greco antico: ὑπερ-,hyper, "alto", γλυκύς, glykýs, "dolce" e αἷμα, haîma, "sangue") è una condizione in cui la concentrazione di glucosio presente nel sangue (glicemia) sia aumentata in maniera abnorme,[1] superando i 125 mg/dL a digiuno e i 180 mg/dL due ore dopo i pasti. Un paziente presenta una tolleranza al glucosio alterata, o pre-diabete, con una glicemia plasmatica a digiuno compresa tra 100 mg/dL e 125 mg/dL. Un paziente viene definito diabetico quando la glicemia a digiuno supera i 125 mg/dL.[2][3][4]
- ^ iperglicemia nell'Enciclopedia Treccani, su www.treccani.it. URL consultato il 14 ottobre 2023.
- ^ Calos C. Villegas-Valverde, Elena Kokuina e Martha C. Breff-Fonseca, Strengthening National Health Priorities for Diabetes Prevention and Management, in MEDICC review, vol. 20, n. 4, 2018-10, p. 5, DOI:10.37757/MR2018.V20.N4.2. URL consultato il 7 settembre 2023.
- ^ Marilyn Hammer, Susan Storey e Denise S. Hershey, Hyperglycemia and Cancer: A State-of-the-Science Review, in Oncology Nursing Forum, vol. 46, n. 4, 1º luglio 2019, pp. 459–472, DOI:10.1188/19.ONF.459-472. URL consultato il 7 settembre 2023.
- ^ iperglicemia: definizioni, etimologia e citazioni nel Vocabolario Treccani, su www.treccani.it. URL consultato il 7 settembre 2023.