Le leggi Jim Crow furono delle leggi locali e dei singoli Stati meridionali degli Stati Uniti d'America emanate principalmente per mano del Partito Democratico statunitense tra il 1876 e il 1965.[1][2][3] Di fatto servirono a creare e mantenere la segregazione razziale in tutti i servizi pubblici, istituendo uno status definito di "separati ma uguali" per i neri americani e per gli appartenenti a gruppi razziali diversi dai bianchi.
Alcuni esempi di leggi Jim Crow furono la separazione nelle scuole pubbliche, nei luoghi pubblici e sui mezzi di trasporto e la differenziazione dei bagni e dei ristoranti tra quelli per bianchi e quelli per neri. Anche all'interno dell'esercito venne applicata la segregazione razziale. Le leggi Jim Crow erano distinte dai Codici neri del periodo 1800-66 che a loro volta avevano ridotto i diritti e le libertà civili degli afroamericani.
La segregazione razziale organizzata dagli Stati nelle scuole fu dichiarata incostituzionale dalla Corte Suprema nel 1954, con la sentenza Brown contro Board of Education. In generale, le leggi Jim Crow rimanenti furono abrogate dalla legge sui diritti civili del 1964[4] e dalla Voting Rights Act del 1965.