È stato condannato per la bancarotta fraudolenta del Banco Ambrosiano e per depistaggio delle indagini della strage di Bologna.[2] Secondo le sentenze di primo grado e d'appello della Corte d'Assise di Bologna[3] nel processo al neofascista Bellini, Gelli è il mandante e il finanziatore della strage.[4][5]
^Dino P. Arrigo, Fratelli d'Italia. Cronache, storie, riti e personaggi (per capire la Massoneria), Soveria Mannelli, Rubbettino, 1994, p. 52.
^abLicio Gelli, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 10 maggio 2012.