Our website is made possible by displaying online advertisements to our visitors.
Please consider supporting us by disabling your ad blocker.

Responsive image


Mail art

Mail art di György Galántai, 1981

La Mail Art, appellativo anglosassone, nasce in Francia con il termine Art Postal, per esprimere un'attività non secondaria svolta da artisti e sviluppata negli anni sessanta. La sua origine, tuttavia risale al 1916, grazie all'opera di Marcel Duchamp. Così anche quest'arte si può dire ha avuto il suo momento di rielaborazione creativa che va sotto il termine di maniera con la creazione di prassi artistiche che vanno sotto il termine anglosassone di Mail Art globalmente. Si possono citare i riferimenti alla storia della pittura, Plinio il Vecchio, Bellini e Baldinucci per biografie tecniche e materie, Plinio il Vecchio e Giorgio Vasari sia per riconoscere gli aspetti artistici più significativi nelle biografie autentiche, oltre che per una ricerca che attraversa l'architettura dell'opera per concernere il genere, intrecciandosi a movimenti stilistici di invenzione con quelli più umoristici e tragici delle grottesche. Parallelamente riscoprirne la mise en page libera sulla stregua della Poesia visiva. Per aspetti puro teorici, riguardo allo sviluppo tra tecnologie e stile, possono esserci gli apporti fenomenologici e della retorica visiva, nel Novecento come Maurice Merleau-Ponty, Renato Barilli, Todorov.

Oltre alla storia dell'illustrazione miniata, contribuì certamente l'istituzione delle Poste, salvo che i cultori e gli storici dell'arte, vorrebbero estenderne le ricerche delle origini di un'Arte postale: si pensi alle email cloisonnée, termine francese, che come sistema di particolare forma artistica risalirebbe alla Mesopotamia. Oggi si intende il movimento artistico che utilizza il servizio postale come mezzo di distribuzione da un capo all'altro del globo, senza discriminazioni di sorta, che si pone in relazione tramite l'invio di opere, in un apporto che può andare dal bricolage (Lévy-Strauss) all'illustrazione, all'opera d'arte di studio.

Hervé Gauville sostiene che la sua diffusione è resa possibile dal piccolo-medio formato, dall'uso destabilizzante per le Gallerie d'Arte tradizionalmente intese, dal percorso sociale indetto in Gran Bretagna per far scaturire un movimento artistico tra donne isolate, introducendo una componente sociale, letteraria, poetica ed artistica, difficilmente disancorabile dalle forme di pura espressione tipografica, riconducibili ad esperimenti tra testo e immagine, ora tra istanze diverse che potrebbero ricordare la fine Ottocento (movimento dell'Art and Craft), raccordarsi con il Cubo - Futurismo, per poi esprimersi in direzioni post espressioniste Dada, Fluxus, Minimalismo, e altri movimenti lettristi e paroliberi, poetico visuali successivi. Gauville sottolineando inoltre il lato ludico e catartico, riporta la componente irrazionale supportata da riferimenti concreti, come certi collages storicamente riconosciuti come opere di arte visiva in ambito Surrealista. D'altro canto direzioni che concernono la traducibilità e la riproducibilità tecnica (Walter Benjamin), svolgono un ruolo eccedente, unificante, sull'arte postale, ancora da studiare e che potrebbe inseguire l'immediatezza della fotografia concettuale, fino ad inserirsi nel contesto del taccuino artistico, per poi riproporre in modo coerente il rapporto tra arte e materia, arte e immagine, come momento concettuale differito nel tempo e nello spazio: riporto e metabolizzazione soggettiva dell'arte come in un decorso documentario. un'Arte che può richiedere sia eteronimia che autonomia della critica (Luciano Anceschi) afferisce a temi che potrebbero prendere spunto dalle Arti maggiori, come dalla Land Art alla Conceptual Art per proporsi in modo personale. Altro sarà restituire sensazioni di scrittura visiva gestuale, di pattern cromatici dati dal gioco di finitura partecipata alla tavola in un movimento trasversale strutturato dal percorso postale. Esprime dunque il viaggio, il passare di mano in mano, dall'ufficio postale all'artista, al curatore, al gallerista o al museo o alla biblioteca che possono mostrare questi elementi al pubblico partecipando seppure nella fruizione volutamente effimera, alla sua valorizzazione intersoggettiva. Con i movimenti post espressionisti, lo si comprende dal rifiuto della guerra ad esempio, si trattava di cortocircuiti tra le Gallerie e i fruitori, sulla stregua del rapporto di complicità tra un mittente e un destinatario[1][2]. Ci si potrebbe chiedere se la poesia visiva nasca come arte postale ma ciò che contraddistingue questo stile, è abbastanza fedele all'idea di comunicazione estetica che irrompe nel simile (taccuini di artisti, libri d'artista, illustrazione, comunicazione visiva) ma che cerca una distintività propria, un campo visivo risemantizzato (Gillo Dorfles).

Gli artisti di Mail art vengono regolarmente invitati a partecipare globalmente per realizzare mostre estemporanee, creare data base d'arte, pubblicare cataloghi; scegliere la forma del blogger per contribuire con opere selezionate ai poster esclusivi. Attualmente se ne sta scoprendo una valenza artistica didattica a causa del bricolage artistico e della riflessione sul linguaggio, non solo poetico, che quest'arte veicola. Cosa la accomuna davvero al collage pittorico e fotografico, materico ora che approda al digitale se non qualcosa che funziona come struttura segnica?

I materiali più comunemente utilizzati per la mail art includono cartoline performative o formati tipici ed estensibili alle cartoline postali, per tanto il formato è piuttosto libero in quanto comunica secondo il gusto del giorno, come disse On Kawara, che inviava quotidianamente, tra il 1968 e il 1977, un telegramma con su scritto I am still alive oppure inserendo anche l'ora esatta. Con carte di ogni genere, collage composti da oggetti di uso comune, timbri, immagini rielaborate, francobolli d'artista o scelti in modo appropriato, che determinano un valore o semplicemente una data di emissione ma possono anche essere graficamente interessanti e contenere qualità specifiche affini all'illustrazione e alla pittura. La filosofia del linguaggio della Mail Arte, quindi ci appare trasversale, dalle forme di traduzione alla tolleranza per l'insieme finito di lingue diverse. Certamente è supportata da un'azione mediata dalla filosofia estetica, basti pensare alle allusioni nell'Arte della Metafisica di Giorgio De Chirico per comprendere quanto fosse tanto noto quanto originale al tempo stesso, e labile il confine tra Still life e Metafisica[3], l'uso della simultaneitá.

Protagonista indiscusso dell'uso di grafici, carte, parole, schemi, oggetti tanto da guadagnare il termine di polimorfismo (concettuale, materico, esplorativo), è Marcel Duchamp, il quale con le sue azioni rendeva possibile collegare il ruolo istantaneo della presenza dell'artista, l'indicazione dell'intentio operis, l'oggetto materiale contribuendo ad un fatto semiologico ed estetico assieme. Alle origini della diffusione della mail art può essere vista la capacità ironica, della mot valise che riesce a passare all'esperimento ad hoc, al viaggio concettuale. Tra i primi esperimenti possiamo citare il Futurismo con i collaggi postali di Ivo Pannaggi (1920), la creazione di francobolli di Dadaisti e alcuni modi specifici ed opere composte come oggetti trovati ed assemblati, da parte di Marcel Duchamp.

  1. ^ Mail Art, su Collection: MOCA's First Thirty Years, MOCA: The Museum of Contemporary Art, Los Angeles. URL consultato l'11 aprile 2013.
  2. ^ Clive Phillpot, Eternal Network: A Mail Art Anthology, a cura di Chuck Welch, Canada, University of Calgary Press, 1995. URL consultato l'11 aprile 2013.
  3. ^ Tatiana Bazzichelli, Networking. La rete come arte, prefazione di Derrick de Kerckhove, postfazione di Simonetta Fadda, Costa & Nolan, 2006

Previous Page Next Page






Mail Art Catalan Mail Art German Mail art English Poŝtarto EO Arte postal Spanish هنر نامه‌نگاری FA Postitaide Finnish Art postal French Arte postal GL Mail art Hungarian

Responsive image

Responsive image