La manus era presso gli antichi Romani il potere che il pater familias aveva sulla propria moglie e quella dei discendenti, se sposate con particolari modalità. Il titolare ne era il marito, se sui iuris, o il pater di lui. Nel periodo antico, manus e matrimonio erano pressoché inscindibili, ma tale stretto rapporto venne meno a seguito del diffondersi del matrimonio "consensuale" intorno al II sec. a.C. Con la costituzione della manus (conventio in manum) la donna sposata veniva a trovarsi alla stregua di figlia rispetto al marito (filiae loco), di nipote rispetto all'eventuale suocero titolare della patria potestas (neptis loco), di sorella rispetto ai suoi stessi figli (sororis loco).