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Marciano di Siracusa

San Marciano di Siracusa
Statua di san Marciano nel duomo di Siracusa
 

Vescovo e martire

 
NascitaAntiochia di Siria, I secolo
MorteSiracusa
Venerato daChiesa cattolica e ortodossa
Ricorrenza30 ottobre: Chiesa cattolica; 30 ottobre e 9 febbraio: Chiesa ortodossa; 2 giugno: città di Gaeta; 14 giugno: arcidiocesi di Siracusa.
Patrono diarcidiocesi di Siracusa, Gaeta (compatrono con sant'Erasmo)

Marciano, o Marziano (Antiochia di Siria, I secoloSiracusa, ...), è stato un vescovo e martire, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa.

Secondo la tradizione Marciano fu il protovescovo di Siracusa; discepolo dell'apostolo Pietro. Viene considerato il primo vescovo d'Occidente, poiché giunse in Sicilia quando l'apostolo si trovava ancora ad Antiochia.[N 1]

Le fonti su Marciano sono considerate tardive, in quanto vengono riscontrate solo a partire dall'epoca bizantina (VII secolo). Un Kontakion e un Encomio formano le prime due agiografie sul Santo,[N 2] ma la natura elogiativa di queste opere letterarie rende difficile la distinzione degli elementi biografici veritieri da quelli fantastici.[1]

Un presunto anacronismo individuato nel testo dell'autore dell'Encomio — il quale daterebbe il martirio in un'epoca ben più tardiva di quella apostolica — e l'assenza di antiche testimonianze scritte o figurative, ha portato molti studiosi a collocare il vescovo Marciano non prima del III secolo.[2]

La più antica immagine di Marciano si trova nelle catacombe di Santa Lucia: si tratta di un affresco risalente all'VIII secolo. Un'altra sua raffigurazione è stata rinvenuta all'interno della cosiddetta cripta di San Marciano: una basilica bizantina costruita sopra un antico complesso paleocristiano che la tradizione ha identificato come abitazione del santo e in seguito come suo sepolcro. Le sue reliquie non si trovano tuttavia a Siracusa, esse sono infatti custodite nelle città di Gaeta e di Messina.


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  1. ^ Rizzo, 2003, pp. 399-426; Lancia di Brolo in M. Mastrogregori, Storiografia: rivista annuale di storia, 1997, p. 329; Scandaliato, Mulè, 2002, p. 15.
  2. ^ Vd. Lanzoni, 1927, p. 620.

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