Marco Antonio | |
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Console della Repubblica romana | |
Busto marmoreo di Marco Antonio (Musei Vaticani, Città del Vaticano) | |
Nome originale | Marcus Antonius |
Nascita | 14 gennaio 83 a.C. Roma |
Morte | 1º agosto 30 a.C. Alessandria d'Egitto |
Coniuge | Fadia Antonia Ibrida Fulvia Ottavia minore Cleopatra |
Figli | da Antonia Antonia di Tralles da Fulvia Marco Antonio Antillo Iullo Antonio da Ottavia minore Antonia maggiore Antonia minore da Cleopatra Alessandro Helios Cleopatra Selene Tolomeo Antonio Filadelfo |
Gens | Antonia |
Padre | Marco Antonio Cretico |
Madre | Giulia |
Questura | 52 a.C. |
Tribunato della plebe | 49 a.C.[1] |
Pretura | 47 a.C. |
Consolato | 44 a.C. 34 a.C. |
Proconsolato | 43 a.C. - 42 a.C. in Gallia Comata e Gallia Cisalpina, |
Magister equitum | 49 a.C. - 47 a.C. |
Sacerdozio | augure nel 50 a.C. |
Marco Antonio | |
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Denario emesso da Marco Antonio per pagare le sue legioni. Al rovescio il simbolo della Legio III Cyrenaica. | |
Nascita | Roma, 13 gennaio 83 a.C. |
Morte | Alessandria d'Egitto, 1º agosto 30 a.C. |
Cause della morte | suicidio |
Religione | Religione romana |
Dati militari | |
Paese servito | Repubblica romana Egitto tolemaico |
Forza armata | Esercito romano Esercito tolemaico |
Grado | Imperator |
Comandanti | Gaio Giulio Cesare |
Guerre | |
Battaglie | |
Comandante di | Esercito romano-egiziano contro Augusto |
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Marco Antonio (in latino Marcus Antonius; nelle epigrafi: M•ANTONIVS•M•F•M•N[2]; Roma, 13 gennaio 83 a.C. – Alessandria d'Egitto, 1º agosto 30 a.C.) è stato un politico e generale romano durante il periodo della Repubblica.
Insieme a Ottaviano e Lepido fondò il secondo triumvirato, un accordo secondo il quale a Marco Antonio spettò il proconsolato sulle province di Gallia Cisalpina (con Illyricum settentrionale) e Gallia Comata, dopo gli accordi di Brindisi del 40 a.C. Marco Antonio divenne proconsole in tutte le province orientali (Macedonia [con Illyricum meridionale e Grecia], Asia, Cirene e Creta, Bitinia e Ponto, Cilicia e Cipro e Siria).
Condottiero abile e feroce, fu un luogotenente fidato di Gaio Giulio Cesare, suo parente per via materna, sotto il quale si distinse nelle sue campagne galliche e grazie al quale poté avviarsi con successo alla carriera politica, arrivando a ricoprire importanti cariche pubbliche. A seguito del brutale assassinio di Cesare, accrebbe decisamente, pur nella caoticità e profonda incertezza del periodo, il suo peso politico e la sua influenza, ponendosi altresì quale figura di spicco dei Populares cesariani e contendendosi con Cesare Ottaviano (pronipote, nonché figlio adottivo, di Cesare) la loro guida.
Il grande progetto politico di Marco Antonio era, sulla falsariga di quello di Cesare, la trasformazione di Roma da una repubblica oligarchica a un regime sostanzialmente monarchico, improntato però sul modello teocratico dell'Oriente ellenistico, cosa che, assieme alla sua esuberanza e alla sua vita privata tutt'altro che tranquilla, finì con l’inimicargli le élite patrizie conservatrici. La sua alleanza con la regina tolemaica d'Egitto Cleopatra (della quale era pure amante), inasprì ulteriormente la sua rivalità con Ottaviano, con il quale nel frattempo aveva ufficialmente costituito assieme a Marco Emilio Lepido un triumvirato nella gestione dei territori della Repubblica. Con la loro lotta per il potere evolutasi in una guerra aperta, Antonio venne sconfitto definitivamente nella battaglia di Azio, al largo della Grecia, trovando rifugio con l'alleata e amante Cleopatra ad Alessandria d'Egitto, dove entrambi si tolsero la vita dopo la caduta della città per mano delle forze di Ottaviano.[3]
Marco Antonio fu il primo romano a essere vittima d'un provvedimento di damnatio memoriae, una vera e propria condanna all'oblio. Con l'ascesa del suo rivale, che diede vita al primo Principato romano, alla sua morte il Senato non si limitò solo ad applicare provvedimenti riservati ai nemici della patria ma impose la cancellazione di tutti i riferimenti della sua esistenza: documenti, epigrafi, ritratti.
In vita il triumviro romano veniva spesso paragonato alla figura di Eracle, per il suo atteggiamento e per il suo vestiario, dato che sovente si mostrava in pubblico con la tunica cinta all'anca, un mantello di panno ruvido e al fianco una grande spada[4]. Dal suo aspetto deriva l'espressione «essere un Marcantonio», dal significato di «persona grande e grossa, dall'aspetto florido e robusto»[5].
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