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Marco Emilio Lepido (console 78 a.C.)

Marco Emilio Lepido
Console della Repubblica romana
Nome originaleMarcus Aemilius Lepidus
Nascita?
Morte76 a.C.
GensEmilia
Consolato78 a.C.

Marco Emilio Lepido (latino: Marcus Aemilius Lepidus; ... – 76 a.C.) è stato un politico romano, attivo durante il decennio del 70 a.C., quando le disposizioni di Silla vennero smantellate e una nuova generazione di insigni personaggi politici, tra i quali Cicerone, Pompeo, Crasso e Cesare, iniziò a dominare Roma[1].

Nel 78 a.C. rivestì la carica di console. Tentò di ridimensionare l'ordinamento sillano proponendo il richiamo degli esiliati tramite richiesta di amnistia nei confronti dei sopravvissuti alle proscrizioni, il ripristino delle distribuzioni frumentarie e la restituzione di terre confiscate. Durante il viaggio che l'avrebbe condotto nella provincia Narbonese, dove doveva svolgere il proconsolato del 77 a.C., si fermò in Etruria, dove le confische sillane erano state più pesanti e per questo i contadini locali avevano inscenato una rivolta per estorcere le terre ai veterani di Silla. Lepido fece causa comune con i ribelli e marciò su Roma, reclamando la restituzione dei poteri dei tribuni della plebe. Il senato decise di usare contro di lui il Senatus consultum ultimum. Sconfitto sotto le mura di Roma dal console Quinto Lutazio Catulo, Emilio Lepido cercò di ripiegare sulla costa etrusca dove venne battuto a Cosa da Gneo Pompeo che in precedenza aveva assediato e costretto alla resa a Modena, il suo luogotenente Marco Giunio Bruto[2]. Fu quindi costretto a fuggire in Sardegna, dove morì l'anno dopo.

  1. ^ R.D. Weigel, Lepidus: the tarnished triumvir, Londra-New York, Routledge, 1992, p. 21.
  2. ^ T. Mommsen, Storia di Roma antica, v. II, t. II, Lipsia, Reimer & Hirsel, 1855, p. 589.

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