Massacro di Bleiburg strage | |
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Monumento dedicato alle vittime | |
Tipo | Esecuzioni sommarie |
Data inizio | 15 maggio 1945 |
Luogo | Zone nei dintorni di Bleiburg |
Stato | Austria |
Obiettivo | Ustascia Domobranci Civili |
Responsabili | Esercito Popolare di Liberazione |
Motivazione | Vendetta Eliminazione dei nemici |
Conseguenze | |
Morti | Numero esatto ignoto; le stime vanno da 35.000 a 60.000 |
Con l'espressione massacro di Bleiburg si definisce una serie di uccisioni sommarie eseguite dall'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia verso la metà di maggio 1945, immediatamente dopo la fine delle ostilità della seconda guerra mondiale, presso il comune di Bleiburg (Pliberk in sloveno) in Austria, a pochi chilometri dal confine con la Slovenia. Diverse decine di migliaia di persone provenienti dall'ormai ex-Stato Indipendente di Croazia, comprendenti in massima parte ustascia, domobranci e soldati regolari, ma anche cetnici, cosacchi, civili e famiglie al seguito,[1] organizzati in una lunga colonna in marcia dall'inizio di maggio, che si era aperta la strada verso nord combattendo anche dopo la fine formale delle ostilità, si trovarono bloccati sul confine e fu impedito loro di arrendersi ai britannici, come intendevano fare.
La successione degli avvenimenti non è chiara in ogni aspetto, ed è spesso oggetto di ricostruzioni di parte. In ogni caso molti furono vittime di un'azione sul posto da parte dell'esercito titino.[2]
Diverse decine di migliaia di persone furono invece trasferite all'interno dell'odierno territorio sloveno. Nella maggioranza dei casi vennero uccisi sommariamente in diverse località, come Tezno, spesso dopo dure detenzioni e marce della morte. La stima delle vittime varia grandemente, per i soli eventi legati a Bleiburg tra le 30.000 e le 60.000. Nella sola Slovenia si stima che alla fine del conflitto vi furono 150-200.000 vittime di esecuzioni sommarie, perlopiù occultate in fosse comuni o foibe.[3]