La fusione del nocciolo del reattore (in inglese nuclear meltdown), viene utilizzato informalmente per indicare un tipo di incidente nucleare grave a un reattore nucleare che consiste nel danneggiamento del nocciolo per surriscaldamento. Gli effetti possono arrivare fino all'incontrollata reazione nucleare, con conseguente esplosione e rilascio di materiale altamente radioattivo se l'edificio di contenimento, o gli impianti e i meccanismi di sicurezza non sono adeguati. Il termine non rientra nel glossario ufficiale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica[1] e della Nuclear Regulatory Commission degli Stati Uniti d'America.[2], che utilizzano una terminologia tecnica, più specifica.
Nell'accezione comune è passato a designare la fusione termica accidentale del nocciolo di un reattore nucleare[3] e si utilizza per riferirsi al collasso sia parziale che completo del reattore. "Core melt accident" e "partial core melt"[4] sono termini tecnici analoghi.
Un incidente di fusione del nocciolo avviene quando l'intenso calore generato da un reattore nucleare eccede il calore rimosso dai sistemi di refrigerazione fino a raggiungere il punto dove almeno un unico elemento di combustibile eccede la temperatura del suo punto di fusione. Questo differisce dall'incidente ad un elemento di combustibile, che non è causato dalle alte temperature. Una fusione del nocciolo potrebbe essere causata dalla perdita del refrigerante, dalla perdita di pressione nel circuito del refrigerante, oppure dall'abbassamento del flusso del refrigerante. Un'altra causa di fusione è quella di una escursione critica nella quale il reattore passa ad operare ad un livello di potenza che eccede i suoi limiti di progetto. La fusione viene considerata un evento grave, causa il potenziale rischio di rilascio di radionuclidi nell'ambiente.