Nella storia della marineria militare si sono registrati dieci casi di naufragi di sottomarini nucleari: cinque hanno riguardato unità della Marina militare sovietica, tre unità della United States Navy e due unità della Marina militare della Federazione Russa. La serie inizia con lo statunitense USS Thresher (naufragato il 10 aprile 1963) e si conclude con il russo K-159 (perduto il 28 agosto 2003).
In tre casi il battello interessato naufragò con la perdita dell'intero equipaggio imbarcato: lo statunitense Thresher (129 morti, il peggior disastro di un battello subacqueo dalla fine della seconda guerra mondiale), il russo K-141 Kursk (118 morti) e lo statunitense USS Scorpion (99 morti); in due casi, all'opposto, non si registrò alcuna vittima.
In un caso l'inabissamento fu un atto deliberato, volto ad eliminare il reattore nucleare del battello altrimenti non smantellabile; negli altri nove casi il naufragio fu sempre il risultato di un incidente. Dei nove naufragi causati da incidenti, tre furono provocati da allagamenti incontrollati, due da incendi, due da esplosioni delle armi di bordo e uno dalle pessime condizioni meteo; solo nel caso dello statunitense Scorpion non è stato possibile appurare con certezza la causa del naufragio. Tre dei battelli inabissati furono poi riportati a galla (uno parzialmente), mentre gli scafi degli altri sette giacciono ancora sul fondo del mare: cinque nell'oceano Atlantico e due nel Mar Glaciale Artico (oltre a parte di un terzo).
Secondo alcune fonti si sarebbe registrato anche un undicesimo caso di sottomarino nucleare naufragato, un battello classe Xia della Marina militare cinese perduto in mare per un incidente nel 1985; tuttavia, nessuna conferma ufficiale è mai stata rilasciata dal governo cinese[1].